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L'Onu chiede alla Spagna di tutelare una minore migrante

La ragazza camerunese era fuggita da un matrimonio forzato

07 marzo, 15:57

(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID, 7 MAR - Il Comitato dei Diritti del Bambino delle Nazioni Unite chiede alla Spagna di tutelare un'adolescente camerunese, in fuga da un matrimonio forzato, dichiarata adulta ed espulsa dal sistema di protezione minorile iberico. E' la storia di Saida - un nome fittizio - assistita giuridicamente dalla Fondazione Raíces, che ha portato il suo caso davanti al Comitato dell'Onu,visto che la ragazza rischia di finire abbandonata in strada. "Quando arrivò all'aeroporto di Barajas, un anno e mezzo fa, Saida fu già identificata come 15enne con possibilità di chiedere asilo e trasferita in un centro di prima accoglienza", spiega all'Ansa Lourdes Reyzabal, portavoce della Fondazione Raíces. Saida era fuggita dal suo Paese, grazie all'aiuto di una madrina, per non dover sposare un anziano impostole dai genitori. "Nonostante ciò, come tutti i migranti di origini subsahariane, dopo tre mesi fu portata davanti alla Procura minorile, dove un medico forense e la Procura determinarono che era maggiorenne, nonostante le prove radiografiche della mano sinistra e la radiografia panoramica dell'arco dentale attestassero il contrario. Semplicemente in base a un'esplorazione genitale e allo sviluppo mammario", ricorda la portavoce della Fondazione. Dopo il decreto che l'ha dichiarata adulta, Saida è stata espulsa dal centro di accoglienza per minorenni, dove viveva a Madrid. Finita in strada, la minore camerunese è riuscita a ottenere l'assistenza di una Ong per i rifugiati. Ma, pur di ottenere alloggio come rifugiata, "ha dovuto presentare una richiesta di protezione internazionale come adulta, perché senza tutore legale un minore per legge non può sollecitare asilo", spiega ancora Lourdes Reyzabal. Con l'aggravante che lo scorso 12 febbraio è scaduto il termine improrogabile di 6 mesi oltre i quali Saida è costretta a lasciare la struttura e, come tanti migranti, arrangiarsi come può all'addiaccio.

"L'alternativa che le è stata data è finire sotto un ponte o in un alloggio di emergenza per adulti, con l'alto rischio di un danno irreparabile sul fragile equilibrio psicologico di un'adolescente già vulnerabile, poiché vittima di maltrattamenti nella famiglia d'origine", rileva la Reyzabal. Il suo caso, portato nel 2017 davanti alla giustizia, dopo un primo giudizio in sede di contenzioso amministrativo e il secondo grado davanti all'Audiencia Provinciale di Madrid, è da 3 mesi in attesa di un pronunciamento davanti alla Corte costituzionale. La Fondazione, che ha assunto la sua assistenza giudiziaria, aveva chiesto come misura cautelare l'ingresso temporaneo della giovane nel sistema di protezione per minori, in attesa del completamente dell'iter giudiziario. Ma i ritardi nell'accoglimento della misura hanno indotto i legali che assistono Saida a ricorrere al Comitato dei Diritti del Bambino dell'Onu, per evitare che la ragazza camerunese finisca di nuovo in strada. Ora, alla luce della raccomandazione del Comitato delle Nazioni Unite, tocca alla Regione di Madrid disporre la tutela della minore. Tuttavia, non vi ha ancora provveduto. "Se la Spagna è firmataria della Convenzione dei Diritti del Bambino non può non adottare la Convenzione e sottrarsi alle misure disposte dal Comitato dell'Onu", denuncia la portavoce della Fondazione Raíces. La storia di Saida è simile a quella di Shamira, un'adolescente marocchina in fuga dalla miseria, giunta su un barcone due anni fa sulle coste di Cadice, per la quale un tribunale ha imposto alla Comunità di Madrid la riammissione in un centro di accoglienza per minori. Una fra le innumerevoli fragli 11mila migranti non accompagnati censiti dal ministro degli Interni in Spagna, la metà dei quali risulterebbe attualmente dispersa sul territorio nazionale. (ANSAmed)
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