"L'alternativa che le è stata data è finire sotto un ponte o in un alloggio di emergenza per adulti, con l'alto rischio di un danno irreparabile sul fragile equilibrio psicologico di un'adolescente già vulnerabile, poiché vittima di maltrattamenti nella famiglia d'origine", rileva la Reyzabal. Il suo caso, portato nel 2017 davanti alla giustizia, dopo un primo giudizio in sede di contenzioso amministrativo e il secondo grado davanti all'Audiencia Provinciale di Madrid, è da 3 mesi in attesa di un pronunciamento davanti alla Corte costituzionale. La Fondazione, che ha assunto la sua assistenza giudiziaria, aveva chiesto come misura cautelare l'ingresso temporaneo della giovane nel sistema di protezione per minori, in attesa del completamente dell'iter giudiziario. Ma i ritardi nell'accoglimento della misura hanno indotto i legali che assistono Saida a ricorrere al Comitato dei Diritti del Bambino dell'Onu, per evitare che la ragazza camerunese finisca di nuovo in strada. Ora, alla luce della raccomandazione del Comitato delle Nazioni Unite, tocca alla Regione di Madrid disporre la tutela della minore. Tuttavia, non vi ha ancora provveduto. "Se la Spagna è firmataria della Convenzione dei Diritti del Bambino non può non adottare la Convenzione e sottrarsi alle misure disposte dal Comitato dell'Onu", denuncia la portavoce della Fondazione Raíces. La storia di Saida è simile a quella di Shamira, un'adolescente marocchina in fuga dalla miseria, giunta su un barcone due anni fa sulle coste di Cadice, per la quale un tribunale ha imposto alla Comunità di Madrid la riammissione in un centro di accoglienza per minori. Una fra le innumerevoli fragli 11mila migranti non accompagnati censiti dal ministro degli Interni in Spagna, la metà dei quali risulterebbe attualmente dispersa sul territorio nazionale. (ANSAmed)
L'Onu chiede alla Spagna di tutelare una minore migrante
La ragazza camerunese era fuggita da un matrimonio forzato
"L'alternativa che le è stata data è finire sotto un ponte o in un alloggio di emergenza per adulti, con l'alto rischio di un danno irreparabile sul fragile equilibrio psicologico di un'adolescente già vulnerabile, poiché vittima di maltrattamenti nella famiglia d'origine", rileva la Reyzabal. Il suo caso, portato nel 2017 davanti alla giustizia, dopo un primo giudizio in sede di contenzioso amministrativo e il secondo grado davanti all'Audiencia Provinciale di Madrid, è da 3 mesi in attesa di un pronunciamento davanti alla Corte costituzionale. La Fondazione, che ha assunto la sua assistenza giudiziaria, aveva chiesto come misura cautelare l'ingresso temporaneo della giovane nel sistema di protezione per minori, in attesa del completamente dell'iter giudiziario. Ma i ritardi nell'accoglimento della misura hanno indotto i legali che assistono Saida a ricorrere al Comitato dei Diritti del Bambino dell'Onu, per evitare che la ragazza camerunese finisca di nuovo in strada. Ora, alla luce della raccomandazione del Comitato delle Nazioni Unite, tocca alla Regione di Madrid disporre la tutela della minore. Tuttavia, non vi ha ancora provveduto. "Se la Spagna è firmataria della Convenzione dei Diritti del Bambino non può non adottare la Convenzione e sottrarsi alle misure disposte dal Comitato dell'Onu", denuncia la portavoce della Fondazione Raíces. La storia di Saida è simile a quella di Shamira, un'adolescente marocchina in fuga dalla miseria, giunta su un barcone due anni fa sulle coste di Cadice, per la quale un tribunale ha imposto alla Comunità di Madrid la riammissione in un centro di accoglienza per minori. Una fra le innumerevoli fragli 11mila migranti non accompagnati censiti dal ministro degli Interni in Spagna, la metà dei quali risulterebbe attualmente dispersa sul territorio nazionale. (ANSAmed)