(di Michele Cassano)
(ANSAmed) - ROMA, 9 AGO - Una notte dedicata alla sua amata
Spagna, alle sue tradizioni e alla sue storia, alle musiche alle
quali i suoi genitori, entrambi cantanti, hanno dedicato una
vita. Placido Domingo ci mette tutto il cuore e la passione in
un concerto unico alle Terme di Caracalla, dove 29 anni fa si
esibì con Luciano Pavarotti e Josè Carreras. Quella storica
serata riecheggia ancora, ma in questo caso è lui la star.
Non è solo. Ci sono le grandi voci del soprano di origini
cubane Ana María Martínez e del tenore messicano Arturo
Chacón-Cruz, la grazia e l'esplosività della compagnia di ballo
Antonio Gades, un direttore affermato come Jordi Bernacer alla
guida dell'orchestra dell'Opera di Roma. Le standing ovation
sono però tutte per Domingo, che riesce a emozionare un pubblico
internazionale con la sua potenza e intensità vocale, anche con
un repertorio non noto a tutti. Un nuovo successo dopo quello
all'Arena di Verona dove ha festeggiato i 50 anni dal suo
debutto, dirigendo l'Aida e cantando ne La Traviata.
A Caracalla è una serata diversa, più intima. La cultura
latina è nelle immagini proiettate sui magnifici resti del sito
archeologico con una colorata scenografia, che ben si abbina
agli abiti tradizionali del corpo di ballo; ma è soprattutto
nella zarzuela, il genere lirico popolare spagnolo che ha
accompagnato la giovinezza del grande tenore. "Mia madre - ha
raccontato presentando la serata - cantava pochi giorni prima
che io nascessi e per me fare il cantante resta un privilegio:
si crea una tale comunione con il pubblico che si riescono a
cancellare tutti i problemi quotidiani".
Non solo le cantate, tra dramma, amore e comicità, ma anche
balli concertati, tra nacchere, battiti di mani e piedi che
richiamano il flamenco, e qualche sporadica scena parlata che
strappa sorrisi al pubblico. Scene di coppia con
l'accompagnamento divino della Martinez, che dà prova delle sue
doti ormai universalmente riconosciute, sia da solista in brani
come La del manojo de rosas, commedia classica di Pablo
Sorozabal, e La marchenera di Federico Moreno-Torroba, che nei
duetti con Domingo, come in El duo de La Africana di Manuel
Fernández Caballero, e con Chacón-Cruz, ad esempio in La leyenda
del beso, una delle opere di Juan Vert e Reveriano Soutullo.
Domingo si esibisce nel repertorio novecentesco o tardo
ottocentesco della zarzuela, a partire dalle opere di
Moreno-Torroba, con cui ha collaborato, come Luisa Fernanda o
Maravilla, ma anche La tabernera del puerto di Sorozabal, La del
soto del parral di Soutullo e Vert e Los gavilanes di Jacinto
Guerrero. Uno spettacolo pieno di vitalità che Domingo conduce
con la maestria del fuoriclasse. (ANSAmed).