(di Stefano De Paolis)
(ANSAmed) - ROMA, 15 FEB - Rivincono gli indipendentisti in
Catalogna. Nonostante i tre partiti Erc, Junts per Catalunya e
Cup si siano presentati separati alle elezioni, una loro
alleanza post-voto li porterebbe ampiamente a superare la
maggioranza assoluta del parlamento catalano, pari a 68 voti. Su
135 seggi, secondo i dati diffusi stasera al termine dello
scrutinio, l'eventuale blocco indipendentista ottiene infatti 74
seggi mentre tutti gli altri, che comprendono forze molto
lontane politicamente tra loro (socialisti, Ciudadanos, Ecp, Vox
e Partito popolare) si fermano anche sommati a 61 seggi. Le
elezioni catalane - segnate da un crollo dell'affluenza rispetto
al 2017 per il coronavirus che in Catalogna ha finora fatto
registrare oltre 540 mila contagi e quasi 9.900 morti - sembrano
così assestare un altro schiaffo a Madrid. Il Partito socialista
catalano (Psc), affiliato al Psoe del premier spagnolo Pedro
Sanchez che come candidato di punta ha schierato il suo popolare
ministro della Sanità Salvador Illa, ha fatto registrare un
deciso balzo in avanti rispetto a quattro anni fa, quasi
raddoppiando i seggi (33 rispetto ai 17 che aveva) e forse
addirittura vincendo in termini di voti. Ma non basterà ad
ottenere la guida della ricca Catalogna. Hanno ottenuto 33 seggi
anche gli indipendentisti di ERC (Esquerra Republicana de
Catalunya, sinistra repubblicana catalana), ancora presieduta da
Oriol Junqueras, in carcere per il referendum illegale e la
dichiarazione d'indipendenza del 2017. Gli altri separatisti di
Junts dell'esule in Belgio Carles Puigdemont sono la terza
formazione più votata, ottenendo 32 seggi. E ancora, gli
indipendentisti minoritari di Cup ottengono 9 seggi. L'estrema
destra di Vox a sua volta entra nel Parlamento catalano con 11
seggi. Il Psc potrebbe tentare sulla carta una coalizione tutta
di sinistra con Catalunya Ecp e Erc, ma quest'ultima ha preso
chiaramente le distanze da un'ipotesi del genere già in campagna
elettorale. Più probabile si appresti a guidare il blocco
indipendentista: ciò le consentirebbe di provare a imporre la
sua agenda più moderata, lontana dalla via unilaterale
all'indipendenza (perseguita dai secessionisti duri e puri di
Junts) e favorevole invece ad un pressing su Sanchez per un
referendum concordato con il governo centrale di Madrid. Anche
questa però una strada tutta da esplorare. (ANSAmed).