Un racconto in cui l'eros affiora improvviso in due giovani amiche fino ad allora inconsapevoli, intelligenti ed aperte al mondo, piene di sogni e desiderio di viaggiare, ma che si scontrano ben presto con il peso della tradizione in una società ancora conservatrice, che la rivoluzione di tre anni fa non è ancora riuscita a scalfire. Non c'è dunque nulla di 'hard' in queste pagine di Francesca Bellino, giornalista e scrittrice, quando piuttosto l'incanto di una sensualità forte e gentile, che affiora tra Kahena e Amira in un momento drammatico: la scoperta che la seconda è stata promessa sposa, suo malgrado, ad un cugino. E' questo momento di rottura a rivelare ad entrambe di cosa si nutrisse la loro lunga amicizia. Ed a rivelare al lettore quanto sia ancora lunga la strada da percorrere, in Tunisia come in altri Paesi arabi e musulmani, verso il riconoscimento dei diritti di lesbiche e gay, tuttora condannati alla clandestinità e alla condanna sociale, se non al carcere (l'art. 230 del codice penale in Tunisia prevede una pena fino a tre anni).
E così Kahena, "turbata dall'enigma dell'amore - si legge nel racconto - si sente strangolata dalla cultura locale che costringe i giovani a non confrontarsi mai con la verità, sempre troppo scandalosa, ma a cibarsi di privazioni, bugie".
''Ho scelto di portare alla luce un tabù, un tema come quello del lesbismo di cui si parla poco, anche in Italia", dice l'autrice, che ha all'attivo saggi, reportage di viaggio, un romanzo e vari racconti e poesie. E che sceglie di ambientare il suo racconto nella regione del grande lago salato di Jebili, nel sud della Tunisia. E non rinuncia al mito di Kais e Layla, emblema nel mondo arabo dell'amore contrastato che porta alla pazzia.
Un reading dal libro e altri testi è in programma domani a Roma da "Bohèmien" (via degli Zingari 36) dalle 18.30.
(ANSAmed).