Il progetto si basa sull'idea che i formaggi tradizionali sono legati al territorio di origine dal quale traggono caratteristiche peculiari definite ''fattori di biodiversità'', spiega ad ANSAmed la Responsabile del progetto, Stefania Carpino del CoRFiLaC, reduce da una sessione di incontri con i partner tunisini a Beja e Tunisi, che prosegue affermando che sono i fattori legati alla terra, al clima, al latte crudo, al pascolo, all'allevamento e agli aspetti storico-culturali che distinguono la zona di produzione. Per queste ragioni, un formaggio tradizionale può quindi diventare vettore di conoscenza del luogo e della sua cultura, un mezzo di interazione tra la filiera produttiva ed i consumatori. Tra gli obiettivi specifici del progetto una formazione ad hoc sulla qualità dei foraggi, del latte e dei formaggi, la certificazione DOP, le analisi del latte e dei formaggi, uno studio di marketing sull'etichettatura del prodotto finale, l'applicazione di un piano di marketing sperimentale dei prodotti lattiero-caseari e la creazione di un prototipo di packaging per un formaggio locale. Le prossime attività del progetto, ci spiega la Corfino, sono uno stage di Ricercatori e studenti dell'INAT presso i laboratori del CoRFiLaC, una missione degli agronomi siciliani a Beja per la formazione di formatori con focus su qualità dell'alimentazione delle pecore da latte. La Corfino conclude anticipando ad ANSAmed che si sta cercando di organizzare un incontro tra gli esperti della sezione certificazione del Ministero dell'agricoltura tunisino e quelli italiani del Ministero omologo per aprire un canale di comunicazione ufficiale tra i due. Obiettivo finale, spiega, è infatti la certificazione del formaggio ''Italo Tunisienne'' di Beja, che sarà il primo prodotto tunisino di origine animale ad avere un marchio di certificazione. (ANSAmed)
Italia-Tunisia:progetto HI.L.F.Trad su biodiversità formaggi
Sicilia-Tunisia insieme per ricerca su filiera lattiero-casearia
Il progetto si basa sull'idea che i formaggi tradizionali sono legati al territorio di origine dal quale traggono caratteristiche peculiari definite ''fattori di biodiversità'', spiega ad ANSAmed la Responsabile del progetto, Stefania Carpino del CoRFiLaC, reduce da una sessione di incontri con i partner tunisini a Beja e Tunisi, che prosegue affermando che sono i fattori legati alla terra, al clima, al latte crudo, al pascolo, all'allevamento e agli aspetti storico-culturali che distinguono la zona di produzione. Per queste ragioni, un formaggio tradizionale può quindi diventare vettore di conoscenza del luogo e della sua cultura, un mezzo di interazione tra la filiera produttiva ed i consumatori. Tra gli obiettivi specifici del progetto una formazione ad hoc sulla qualità dei foraggi, del latte e dei formaggi, la certificazione DOP, le analisi del latte e dei formaggi, uno studio di marketing sull'etichettatura del prodotto finale, l'applicazione di un piano di marketing sperimentale dei prodotti lattiero-caseari e la creazione di un prototipo di packaging per un formaggio locale. Le prossime attività del progetto, ci spiega la Corfino, sono uno stage di Ricercatori e studenti dell'INAT presso i laboratori del CoRFiLaC, una missione degli agronomi siciliani a Beja per la formazione di formatori con focus su qualità dell'alimentazione delle pecore da latte. La Corfino conclude anticipando ad ANSAmed che si sta cercando di organizzare un incontro tra gli esperti della sezione certificazione del Ministero dell'agricoltura tunisino e quelli italiani del Ministero omologo per aprire un canale di comunicazione ufficiale tra i due. Obiettivo finale, spiega, è infatti la certificazione del formaggio ''Italo Tunisienne'' di Beja, che sarà il primo prodotto tunisino di origine animale ad avere un marchio di certificazione. (ANSAmed)