(ANSAmed) - TUNISI, 20 GEN - Pena ridotta ad un anno per il
blogger tunisino Yassine Ayari, arrestato lo scorso 24 dicembre,
nell'aeroporto della capitale, in esecuzione di un provvedimento
di condanna a tre anni di reclusione, emesso dal tribunale
militare di Tunisi. Dopo un'udienza molto movimentata a causa
delle proteste da parte della difesa del giovane, è giunto il
verdetto del tribunale militare con funzioni di appello. Resta
dunque in carcere il giovane aveva scritto sulla sua pagina
facebook contro le autorità militari tunisine. Il caso ha
riacceso il dibattito sul corretto uso della giustizia penale in
Tunisia. Molte le le richieste di remissione in libertà
inoltrate alla corte dalla sua difesa, le manifestazioni di
solidarietà nei suoi confronti da parte di società civile e di
un gruppo di avvocati né gli appelli di Human Rights Watch e
Reporters Sans Frontieres alle autorità tunisine per trasferire
il processo dell'attivista alla giustizia ordinaria, come
previsto dalle convenzioni internazionali in materia, invocando
inoltre il diritto alla libertà di espressione
costituzionalmente garantito. Le accuse: reati di diffamazione
e oltraggio pubblico contro alti ufficiali e funzionari del
ministero della Difesa, messi in atto diffondendo sul suo blog
voci suscettibili di destabilizzare le gerarchie militari,
denunciando l'esistenza di gravi disfunzioni all'interno
dell'istituzione militare, (come le dimissioni del capo di Stato
Maggiore dell'Esercito), casi di corruzione e abusi
amministrativi senza fornire alcuna prova. Anche l'Associazione
Nazionale Magistrati tunisini nelle scorse settimane aveva
richiamato il legislatore all'armonizzazione delle norme che
regolano la giustizia militare con le disposizioni della nuova
Costituzione che all'articolo 110 proibisce espressamente la
creazione di tribunali eccezionali che possano portare nocumento
ai principi del processo giusto e definisce i tribunali militari
competenti a giudicare solo reati militari. (ANSAmed)