Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Amina Sboui, icona lotta per libertà donne arabe,si racconta

A Roma per presentare suo libro "Il mio corpo mi appartiene"

22 gennaio, 09:04

(di Samantha De Martin).

(ANSAmed) - ROMA, 22 GEN - "L'isolamento forzato al quale la mia famiglia mi ha costretta per quasi un mese quando mi trovavo a Tunisi, solo perchè maturavo idee e atteggiamenti contrari alla morale musulmana, è stata un'esperienza terribile, peggiore del carcere". Con queste parole la giovanissima blogger tunisina Amina Sboui, protagonista e icona della rivolta femminile nei paesi arabi, ha raccontato uno dei momenti più intensi della sua adolescenza, presentando, a Roma, l'autobiografia "Il mio corpo mi appartiene", edita da Giunti. Nel corso dell'incontro svoltosi alla Casa internazionale delle donne, Amina ha approfondito con Lia Migale, Azzurra Meringolo e Bianca Pomeranzi, alcuni passaggi del suo romanzo, una sorta di diario dominato dallo spiccato e intenso piano emozionale di una ventenne tunisina che, a soli 18 anni, si confronta con la politica e con la ribellione al regime di Ben Alì che attraversa il paese. Un'autobiografia, quella di Amina, incentrata sulla coraggiosa scelta di una ragazza, "ribelle, sfrontata, grande fumatrice" - come lei stessa si descrive - che mette a nudo le proprie reazioni di fronte a un contesto, quello islamico, fortemente conservatore e ostile nei confronti delle donne. Un racconto che la stessa autrice ha definito "una testimonianza" rivolta alla sua generazione.

La battaglia di Amina, figlia di un medico tunisino e di un'insegnante, scaturisce da un'intuizione, quando, nel febbraio dello scorso anno, la giovane studentessa iscritta al liceo classico si trova a digitare la parola "donne" su un motore di ricerca. L'immagine di un gruppo di ragazze indiane, nude davanti a uno striscione con scritto "l'esercito indiano ci violenta", è il pretesto che consente alla blogger di famiglia musulmana, di percepire la forza sprigionata da un corpo nudo.

Quella stessa forza che spinge la protagonista a farsi fotografare a seno nudo, mostrando la scritta "a quel paese la vostra morale" o ancora "il mio corpo mi appartiene", frase, quest'ultima, che grandeggia sulla copertina della sua autobiografia.

"La morale differisce da persona a persona" ha detto la giovane tunisina, che si è dichiarata contraria a chiunque pretenda di porre un controllo alle libertà individuali e collettive.

Con una fermezza mascherata da una certa timidezza, Amina, che adesso vive a Parigi, ha raccontato di quando la sua famiglia l' ha privata di qualsiasi strumento di comunicazione che le permettesse di diffondere le sue idee "rivoluzionarie", sottoponendola a visite psichiatriche e persino a un esorcista.

Ha trascorso anche 75 giorni in carcere. "Le donne che ho conosciuto durante quell'esperienza - ha detto - sono le più oneste, le più gentili, le più solidali che abbia mai incontrato". Parlando ancora della sua esperienza con le Femen, dalle quali si è dissociata accusandole di "islamofobia", Amina ha detto di perseguire gli stessi obiettivi delle attiviste, seppure con strumenti diversi. "La religione deve essere una cosa privata da vivere dentro se stessi" ha ribadito Amina, giudicando l'attacco a Charlie Hebdo "un episodio triste che fa però venire voglia di continuare a lottare senza paura". E a tutti coloro che l'hanno criticata accusandola di mercificare il proprio corpo Amina ha risposto, ancora una volta, alludendo al titolo del suo romanzo: "Il mio corpo l'ho utilizzato e lo utilizzo come voglio". L'ultimo pensiero della blogger che ha ripudiato la fede musulmana per abbracciare una morale agnostica è andato al futuro: "Dopo la maturità molto probabilmente studierò scienze politiche o filosofia". (ANSA)
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati