Il caso dello svedese condannato, confermato anche dalla diplomazia svedese, ha riacceso il dibattito sulla depenalizzazione in Tunisia della norma soprarichiamata e sulla lotta "discreta" che gli attivisti delle associazioni Lgbt (lesbiche, omosessuali e transessuali), compiono dal 2011 in poi soprattutto sul web. Infatti se e' vero che la comunità Lgbt a Tunisi è sempre esistita, e' solo dopo la rivolta del 2011 che ha cominciato a far sentire apertamente la sua voce, grazie anche alla acquisita maggiore libertà di espressione.
Ma se paradossalmente all'estero la Tunisia vince premi per film a tema omosessualità, come 'La vita di Adele' dell'attore e regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche, in Tunisia essere omosessuali rimane ancora un forte tabù e fare coming out in famiglia è molto difficile, se non impossibile. Allora ci si muove soprattutto sul web, sfruttando l'anonimato della rete, ci spiega la giornalista Giada Frana, segnalandoci il caso di www.gaydaymagazine.com, e-magazine lanciato dalla Tunisia nel marzo del 2011 e dedicato alla comunità Lgbt del Maghreb e della regione del Mena e di www.gaytunisie.net, più specificatamente dedicato alla comunità Lgbt in Tunisia. Su Facebook la pagina "Shams - Pour la dépénalisation de l'homosexualité en Tunisie" (Sole - Per la depenalizzazione dell'omosessualità in Tunisia) conta addirittura oltre 25 mila 'mi piace'. Recentemente un appello di numerose organizzazioni della società civile, tra cui l'Atsm (Associazione tunisina di sostegno alle minoranze) rivolto a chiedere l'annullamento dell'articolo 230 del codice penale nel quadro della riforma della normativa penale e' stato categoricamente rifiutato dal ministero della Giustizia. La strada verso la parità di genere, di tutti i generi, e' dunque ancora lunga da queste parti considerato che le norme esistenti sollevano notevoli incertezze interpretative e applicative, proprio perché introducono nella fattispecie elementi, come il sentimento del pudore, che per quanto ci si sforzi di oggettivizzare finiscono comunque per presentare una forte componente soggettiva. Si resta in attesa dunque di una "vera" primavera araba anche sul tema, augurandosi che le ipocrisie quotidiane sugli orientamenti sessuali nell'Islam possano anch'esse essere presto oggetto di riforma.(ANSAmed).