L'iniziativa presidenziale mira alla riconciliazione nazionale e intende porre fine ad uno status quo che lede sia il paese, nella misura in cui blocca gli investimenti, sia gli uomini di affari. Una situazione che perdura dal 2011 e sulla quale i politici di turno hanno sempre preferito rimandare per vari motivi, molto probabilmente legati a ragioni di consenso elettorale, preferendo passare il testimone a chi sarebbe venuto dopo. Coloro che si oppongono a questo disegno di legge invocano la non conformità dello stesso alla Costituzione e lo definiscono un'amnistia mascherata, come fa la "Coalizione civile contro il progetto di riconciliazione economia e finanziaria".
Il testo proposto non si applicherà ai beni confiscati e alle persone accusate di reati finanziari come appropriazione indebita e corruzione e alle famiglie di Ben Ali e Trabelsi, i cui esponenti sono accusati di corruzione, contrabbando e riciclaggio di denaro, ha affermato il consigliere della presidenza della Repubblica tunisina Lotfi Dammak. Ad ogni modo la questione pare al momento non piu' eludibile per la Tunisia e anche il leader del partito islamico Ennhadha, seconda forza politica del paese, ha dichiarato recentemente "noi siamo per la riconciliazione, quanto ai dettagli ne possiamo discutere" concludendo: "Questa legge potrà essere emendata ma alla fine passerà". (ANSAmed)