Ansamed

(ANSAmed) - TUNISI, 22 MAG - Ennhadha a congresso celebra la svolta democratica e sancisce la separazione tra religione e politica. Si chiude così il 10mo Congresso generale del partito islamico tunisino, seconda forza politica del paese, parte della coalizione di governo ma primo in quanto a numero di deputati in parlamento. A larghissima maggioranza sono passate tutte le mozioni dagli oltre 1.000 delegati presenti ad Hammamet, compresa quella, attesissima, della separazione tra attività politica e predicazione religiosa, con una percentuale dell'80,8% a favore di questa decisione che assume ancor più valore in un momento in cui il fondamentalismo sembra farla da padrone in altri Paesi della regione e che conferma l'eccezione del caso tunisino rispetto agli altri Paesi della Primavera araba. L'immagine che esce dal congresso di Ennhadha è quella di un partito moderno, democratico e civile, rinnovato nelle sue strutture, al passo con i tempi e pronto ad accogliere le sfide che il suo vice presidente Abdelfattah Mourou ha lanciato in apertura, ovvero combattere il sottosviluppo del Paese, le sue divisioni interne e il terrorismo. Il merito di aver intuito la necessità di un cambiamento di rotta del partito va attribuito al suo leader storico Rached Ghannouchi, che ha saputo interpretare le richieste degli iscritti e sincronizzarle con il momento storico, riuscendo a traghettare il suo movimento da piccolo gruppo di predicazione sul finire degli anni 70, sino alla vittoria elettorale del 2011. E che dopo l'esperienza non proprio positiva degli anni di governo e la successiva sconfitta alle elezioni del 2014, ha saputo trarre dal dibattito interno la forza per elaborare una nuova strategia basata sul pragmatismo, su una società aperta che rispetta l'aspetto religioso e l'unità nazionale. Dai lavori è emersa anche la volontà di escludere dalla scena politica ogni forma di estremismo radicale, di qualsiasi natura, considerato potenziale fonte di terrorismo e di divisioni dannose per quella transizione democratica che trova, nell'assetto istituzionale nato dalla nuova Costituzione, il proprio percorso di attuazione legittimato dal Parlamento eletto dal popolo. Ora la priorità di Ennahdha è lo sviluppo dell'economia, con una politica sociale inclusiva volta all'equilibrio e alla giustizia redistributiva, necessaria per cercare di ampliare i propri consensi ma anche per concorrere alla stabilità della Tunisia. Questo spiega l'atteggiamento conciliante di Ennhadha sulla legge sulla riconciliazione nazionale tanto voluta dal partito avversario di maggioranza relativa, Nidaa Tounes. I detrattori ed i commentatori più critici hanno scritto che ci vorrà del tempo per capire se gli annunci del Congresso saranno poi seguiti da fatti concreti, resta il fatto che la sfida è ormai lanciata e la rottura con il passato consumata.

(ANSAmed)