Si succedono intanto gli inviti alla calma da parte governativa con lo stesso premier, Youssef Chahed, che ieri ha fatto sapere che lo Stato segue con attenzione la situazione alla ricerca di soluzioni. "I movimenti di protesta a Ben Guerdane sono legittimi", ha detto Chahed, in quanto "si riferiscono alla creazione di posti di lavoro e di sviluppo della regione", una richiesta "comprensibile e alla quale lo Stato risponde positivamente". Tuttavia, ha chiarito il premier, "vi sono delle richieste che non sono accettabili", come quelle avanzate da alcuni disoccupati diplomati e laureati che accusavano il governo di non rispettare le sue promesse e che sono sfociate in scontri.
Ad un giorno dalla ricorrenza del sesto anniversario della rivoluzione tunisina, situazioni di tensione vengono segnalate anche a Sidi Bouzid e Meknassi. Per dare un segnale di attenzione alle zone marginalizzate del Paese, il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, ha annunciato la sua presenza a Gafsa, città mineraria del Sud, domani per celebrare i sei anni dalla cacciata del presidente deposto Ben Alì che diede il via alla c.d. primavera araba. (ANSAmed).