(ANSAmed) - TUNISI, 21 GIU - "Mi chiamo Manel, mi hanno detto
che ho tredici anni. I miei genitori sono a casa, a Tabarka,
Tabarka è molto lontana, non so nemmeno se sia al nord o al sud,
non sono mai andata a scuola. Della vita non conosco che il
lavoro. Conosco solo lo straccio che passo per terra e so
friggere le cipolle nell'olio". Sono le parole toccanti di
un'adolescente per un video che fa parte della nuova campagna
"Briser le tabou", contro il fenomeno della tratta degli esseri
umani in Tunisia, lanciata dal Forum Tunisino dei diritti umani
(Ftdes), l'associazione Avvocati Senza Frontiere (Asf), la Ong
spagnola Novact, con il patrocinio dell'Unione europea. La
campagna che punta a sensibilizzare l'opinione pubblica sui
rischi della tratta e sulle sue diverse forme, si compone di 2
spot televisivi e radiofonici, oltre che di eventi in varie
città del Paese, e proseguirà fino a settembre 2017. Aver
chiamato la campagna "Rompere il tabu' è significativo, perché
di vero e proprio tabù in Tunisia si tratta quando si affrontano
temi delicati come quello della schiavitù minorile domestica,
spesso accettata socialmente pur se punita dalla legge. In
questi giorni tra l'altro l'argomento è tornato di attualità
dopo la diffusione in rete di un filmato nel quale si vede una
dodicenne fare la spesa per una signora in un supermercato,
immagini che hanno suscitato un'ondata di sdegno che ha
costretto il pubblico ministero ad aprire un'inchiesta penale
per sfruttamento del lavoro minorile. La Tunisia è al tempo
stesso paese di provenienza, di destinazione e di transito della
tratta di esseri umani. Sul territorio nazionale le vittime sono
principalmente i bambini, le donne e le persone handicappate. La
prima forma di sfruttamento è quella della cosiddetta schiavitù
domestica e del lavoro forzato, cui segue lo sfruttamento
sessuale e la prostituzione vera e propria. Per combattere il
fenomeno, il 3 agosto 2016 il parlamento tunisino ha approvato
una legge sulla prevenzione e contro la tratta di esseri umani
che mette in pratica alcuni principi enunciati nella
Costituzione del 2014 sulla preservazione della dignità umana e
dell'integrità fisica delle persone. Poi nel febbraio del 2017
il governo ha istituito
un'apposita Commissione per la lotta contro la tratta degli
esseri umani (Ilctp) per mettere in atto questa legge, e
"prevenire e sanzionare "il reclutamento, il trasporto, il
trasferimento, l'alloggio o l'ospitalità, la minaccia dell'uso
della forza" nell'ambito del traffico di esseri umani. Fino a 10
anni di reclusione e 50 mila euro di multa le pene previste da
alcuni articoli che sanzionano severamente chi si rende
responsabile dei reati di tratta e sfruttamento delle persone.
Anche l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) è
fortemente impegnata da anni contro il fenomeno della tratta
degli esseri umani in Tunisia, in stretta collaborazione con le
autorità locali. Video a https://youtu.be/v75-fiAdDnQ (ANSAmed)