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Tunisia, raccolta fondi online per cimitero migranti annegati

A Zarzis non c'è più spazio, Mezzaluna Rossa lancia petizione

01 settembre, 14:17

TUNISI- A Zarzis, nel sud della Tunisia, non c'è quasi giorno che non venga sospinto sulla spiaggia dalle correnti o trovato a galleggiare in mare, qualche corpo di uomo, donna o bambino annegato nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa.
Di dare una degna sepoltura a questi migranti senza nome, morti sulla rotta Libia-Italia, si occupano spesso pescatori e volontari del luogo. Lo fa in particolare, da dodici anni, Chamseddine Marzoug, pescatore e volontario della Mezzaluna Rossa, insieme al comune di Zarzis. Ma ora non c'e' più spazio per le sepolture.
Proprio per questo il Comitato regionale della Mezzaluna Rossa di Medenine, guidata da Mongi Slim, ha avuto l'idea di lanciare una petizione on-line, su http://www.cofundy.com/, d'intesa con le autorità locali, per raccogliere 30.000 euro e acquistare un terreno di 2500 metri quadrati, a 15 km a sud di Zarzis, da adibire a cimitero e luogo della memoria.
Una volta entrata in possesso del terreno, la Mezzaluna Rossa tunisina si prenderà l'onere di gestire il cimitero occupandosi anche di raccogliere informazioni sull'identità dei sepolti e di salvaguardarne in qualche modo la dignità e la memoria.
Nel caso in cui invece non si dovesse raggiungere la cifra prefissata, la Mezzaluna Rossa acquisterà comunque un terreno più piccolo.
Secondo i dati aggiornati al 27 agosto 2017 dall'Oim, che precisa di non avere avuto notizie di altri annegamenti dal 9 agosto scorso, i morti nel Mediterraneo sono stati 2.410.
Secondo la pagina di www.cofundy.com dedicata al progetto, i morti sono stati 3400, il 10% dei quali al largo delle coste tunisine.
Zarzis ha fatto parlare di sè all'inizio di agosto, quando i pescatori e la comunità del paese costiero hanno impedito l'attracco alla C-Star, la nave anti-migranti di Generazione identitaria impegnata nell'operazione Defend Europe. I pescatori, raccogliendo l'appello del "Collettivo dell'Africa del Nord, contro la nave razzista C-Star", erano pronti a contrastare l'arrivo della C-Star in mare con tre imbarcazioni e ad effettuare un'azione di contrasto nel caso in cui la C-Star si fosse avvicinata. Ma per Guardia nazionale e Capitaneria di Porto la C-Star non avrebbe neppure chiesto il permesso di attraccare.
Il presidente dell'Associazione dei pescatori di Zarzis,
Chamseddine Bourassine, aveva ribadito che i propri affiliati aderivano all'iniziativa perche' impegnati da oltre 15 anni nel salvataggio di vite umane in mare e dunque motivati in un'azione contro il 'razzismo'. E la sensibilità verso il dramma dei migranti e' palese a Zarzis, come testimonia un'opera-simbolo di Luis Gomez, incisa su un vecchio container all'ingresso del porto, a ricordo chi ha perso la vita in mare.

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