La ricerca RuMiT mira ad analizzare le cause della migrazione e della mobilità in Tunisia e loro influenza relativa sulla probabilità che i giovani delle zone rurali decidano di emigrare, cercando anche di evidenziare i principali modelli di migrazione e il loro impatto sulle aree rurali di origine. Lo studio analizza nei particolari le cause della migrazione rurale e conclude che "la crescente rilevanza della migrazione giovanile per motivi di studio in Tunisia indica che gli studenti tunisini all'estero sono un potenziale investimento per il paese di origine e un obiettivo che va sostenuto con una migrazione regolare". Inoltre, gli studenti all'estero possono fungere da ponte con i sistemi socio-economici di destinazione, una volta tornati in Tunisia. Politiche volte a mantenere le connessioni con le terre di origine e coinvolgere gli studenti mentre sono all'estero, compresi progetti di ricerca congiunti visite e incarichi a breve termine per attirarli di nuovo in Tunisia o ritorni temporanei potrebbero essere implementati dal Governo tunisino per sostenere una relazione positiva tra migrazione e sviluppo.
I flussi di rimessa registrati dallo studio coinvolgono un quarto di famiglie/migranti e sono per lo più diretti al consumo e a investimenti non produttivi. Programmi di alfabetizzazione finanziaria per migranti e destinatari delle rimesse, in grado di produrre significativi aumento dei risparmi alle famiglie di origine, potrebbero essere sviluppati nelle aree di destinazione dei migranti, con la partecipazione di un ampio gamma di attori, istituzioni di microfinanza, sindacati e associazioni. Considerato il ruolo chiave dell'agricoltura, sia come settore preferito per l'impegno transnazionale dei migranti che come settore mirato di attività e investimenti al loro ritorno, le politiche incentrate sulla migrazione e lo sviluppo rurale dovrebbero focalizzarsi su queste forme di diaspora e mobilitazione. In particolare, dovrebbero essere sviluppate misure che promuovono il ritorno dei migranti intesi quali potenziali imprenditori agricoli e andrebbe incentivato il loro reinserimento nel lavoro locale, tenuto conto della loro esperienza e delle loro potenzialità. (ANSAmed).