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Tunisia: 5% spesa alimentare finisce nella spazzatura

Solo il 5% dei rifiuti biologici domestici viene riciclato

21 novembre, 13:07

(ANSAmed) - TUNISI, 21 NOV - Lo spreco alimentare delle famiglie tunisine è stimato a 572 milioni di dinari all'anno, (pari a circa 190 milioni di euro) ovvero al 5% delle spese alimentari del Paese nordafricano, mentre al contempo il 4,9% della popolazione (600 mila tunisini) soffre di cattiva o scarsa alimentazione. Lo ha detto il il direttore generale dell'Istituto nazionale dei Consumi (Inc), Tarek Ben Jazia, anticipando i risultati di un'indagine che verrà annunciata domani a Tunisi in occasione di una conferenza intitolata 'Rifiuti alimentari in Tunisia: volume e stumenti di risposta' organizzata dall'Inc in collaborazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao).

Secondo questa recente indagine condotta dall'Inc, 2 milioni e 700 mila famiglie tunisine sprecano 113 mila tonnellate di pane all'anno per un valore di 100 milioni di dinari, (33 milioni di euro), e lo spreco di farina per la panificazione da parte delle 3170 pasticcerie convenzionate ha raggiunto le 686 mila tonnellate, pari al 10,4% della quantità di farina sovvenzionata nel 2017. Nella spazzatura finisce anche l'11% dei pasti preparati nei ristoranti universitari, (1 milione di euro all'anno) e il 16% dei pasti nei ristoranti privati. Il fenomeno non risparmia poi i grandi centri commerciali e i supermercati che gettano nella spazzatura l'equivalente di un milione di euro l'anno di prodotti alimentari, e gli hotel con il 12% del cibo preparato per i loro clienti. I rifiuti del resto sono un argomento che merita di essere studiato e seguito, dal momento che il 68% di quelli domestici è biologico, e solo il 5% di questi ultimi viene riciclato, ha sottolineato Ben Jazia, citando come esempio il pane, principale cibo sprecato, la cui sovvenzione costa alle casse dello Stato ben ben 450 milioni di dinari (150 milioni di euro), considerando che la Tunisia importa circa l'80% del suo fabbisogno di grano tenero.

(ANSAmed).

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