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Tunisia avanza verso parità diritti uomo-donna in eredità

Ddl governo, ma s'oppongono religiosi islamici e tradizionalisti

27 novembre, 17:21

TUNISI - Prosegue il difficile iter verso il parlamento tunisino della coraggiosa proposta di legge sull'uguaglianza di genere in eredità, elaborata dalla Commissione delle libertà individuali e dell'uguaglianza di genere (Colibe), e voluta in prima persona dal presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi.

Pochi giorni fa infatti il Consiglio dei ministri tunisino, presieduto dallo stesso capo dello Stato, ha approvato il disegno di legge in questione che verrà presentato a breve in commissione parlamentare e poi all'aula per il voto.

Un passaggio che la presidente della Colibe, l'avvocato militante, Bochra Belhaj Hmida, ha definito 'storico' e che farebbe della Tunisia il primo Paese arabo a garantire pari diritti tra uomo e donna in questa delicata materia, regolata dal diritto islamico per tradizione.

"Abbiamo abbattuto un tabù", ha detto la Belhaj Hmida, sottolineando come "affrontare il tema dell'uguaglianza di genere in eredità rappresenti un passo gigante nella consacrazione dei principi della Costituzione".

Nella proposta di legge inoltre detta uguaglianza non viene imposta ma "chi vuol rinunciare al suo diritto è libero di farlo" ha detto ancora la presidente della Colibe.

Il cammino verso l'approvazione della legge sulla parità in eredità in Tunisia non sarà facile. Tutti i settori tradizionalisti e conservatori della società e della politica hanno già espresso la loro contrarietà, così come i custodi della religione, in primis l'autorità religiosa egiziana di Al-Azhar al Cairo. Quest'ultima ha recentemente statuito che "l'uguaglianza nei diritti di successione tra uomini e donne contravviene la Legge islamica (Sharia) e il consenso raggiunto dagli studiosi in materia durante gli scorsi decenni. I testi del Corano sono inequivocabili e impongono all'uomo una quota di eredità pari a quella di due donne".

Nell'Islam infatti la questione ereditaria rappresenta una sorta di tabù, poiché nel Corano è scritto espressamente che alle donne spetta la metà dell'eredità rispetto all'erede maschio. Per questo motivo la Bekhaj Hmida ha anche ricevuto minacce di morte da parte di estremisti e conservatori.

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