Lo ha reso la presidente dell'agenzia, Raoudha Laabidi, durante un convegno organizzato dal laboratorio di scienze penali del Campus Universitario El Manar di Tunisi, precisando che si tratta principalmente di persone vittime di "schiavitù domestica e lavoro forzato", "sfruttamento economico o sessuale".
L'Agenzia ha aiutato 66 vittime straniere della tratta a ritornare nei loro paesi di provenienza con un apposito programma di sostegno per il loro reinserimento. Illustrando il fenomeno, il delegato generale alla protezione dei diritti dell'Infanzia, Mehyar Hamadi, ha affermato che il numero totale dei minori vittime della tratta recensiti nel 2017 è di oltre 1480 casi, 1087 dei quali per sfruttamento sessuale, 308 per sfruttamento economico, e 86 vittime del crimine organizzato. "Si tratta del numero più alto registrato in Tunisia negli ultimi anni", ha sottolineato Hamadi. Per combattere il fenomeno, il parlamento tunisino ha approvato lo scorso anno una legge sulla prevenzione e contro la tratta di esseri umani. Poi, nel febbraio del 2017, ha istituito un'apposita Commissione per la lotta contro la tratta degli esseri umani (Ilctp). Fino a 10 anni di reclusione e 50 mila euro di multa le pene previste da alcuni articoli che sanzionano severamente chi si rende responsabile di tali reati. Anche l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) è fortemente impegnata da anni contro il fenomeno, in stretta collaborazione con le autorità locali. (ANSAmed).