Sono previste cerimonie ufficiali per ricordare l'insurrezione popolare che diede il via alla cosiddetta 'primavera araba'. Il centro della capitale sarà interessato da diverse manifestazioni, le più importanti delle quali quella del potente sindacato Ugtt (Unione generale lavoratori tunisini), a pochi giorni dallo sciopero generale nel settore pubblico annunciato per il 17 gennaio e del partito islamico Ennhadha che ha chiamato i suoi aderenti a sfilare sull'Avenue Bourguiba. A otto anni da quei giorni tumultuosi, la Tunisia rimane l'unico paese tra quelli interessati dalle rivendicazioni di piazza per una maggior dignità e libertà ad aver superato la transizione democratica, ma con gli stessi problemi di allora da risolvere. Primo fra tutti, la mancata occupazione giovanile e lo sviluppo nelle zone marginalizzate, il terrorismo, la debole crescita economica, la corruzione, la caduta del potere d'acquisto dovuta anche al continuo deprezzamento della valuta nazionale. A questo si deve aggiungere una situazione politica in fase di stallo a causa di litigi e tensioni continue tra i rappresentanti dei partiti principali che sembrano impegnati più ad accaparrarsi consensi in vista delle elezioni legislative e presidenziali, in programma a fine anno, che ad occuparsi dei problemi reali della gente. Consapevole in particolare della mancanza di attenzione verso i problemi dei giovani il premier Youssed Chahed ha annunciato per oggi la tenuta di una riunione di lavoro con il segretario di Stato alla gioventù, Abdelkoddous Saadaoui e un gruppo di una trentina di associazioni di giovani per mettere a punto una strategia nazionale in loro favore, in gestazione da diversi mesi da parte del governo. (ANSAmed).
Tunisia: otto anni da rivolta, festa nazionale nel Paese
Premier Chahed convoca riunione con gruppo associazioni giovani
Sono previste cerimonie ufficiali per ricordare l'insurrezione popolare che diede il via alla cosiddetta 'primavera araba'. Il centro della capitale sarà interessato da diverse manifestazioni, le più importanti delle quali quella del potente sindacato Ugtt (Unione generale lavoratori tunisini), a pochi giorni dallo sciopero generale nel settore pubblico annunciato per il 17 gennaio e del partito islamico Ennhadha che ha chiamato i suoi aderenti a sfilare sull'Avenue Bourguiba. A otto anni da quei giorni tumultuosi, la Tunisia rimane l'unico paese tra quelli interessati dalle rivendicazioni di piazza per una maggior dignità e libertà ad aver superato la transizione democratica, ma con gli stessi problemi di allora da risolvere. Primo fra tutti, la mancata occupazione giovanile e lo sviluppo nelle zone marginalizzate, il terrorismo, la debole crescita economica, la corruzione, la caduta del potere d'acquisto dovuta anche al continuo deprezzamento della valuta nazionale. A questo si deve aggiungere una situazione politica in fase di stallo a causa di litigi e tensioni continue tra i rappresentanti dei partiti principali che sembrano impegnati più ad accaparrarsi consensi in vista delle elezioni legislative e presidenziali, in programma a fine anno, che ad occuparsi dei problemi reali della gente. Consapevole in particolare della mancanza di attenzione verso i problemi dei giovani il premier Youssed Chahed ha annunciato per oggi la tenuta di una riunione di lavoro con il segretario di Stato alla gioventù, Abdelkoddous Saadaoui e un gruppo di una trentina di associazioni di giovani per mettere a punto una strategia nazionale in loro favore, in gestazione da diversi mesi da parte del governo. (ANSAmed).