''Vogliamo che questa iniziativa sia una seconda rivoluzione sociale per la nuova Tunisia, consacrando dignità, uguaglianza e giustizia'', ha precisato, aggiungendo che la proposta di legge presentata nel novembre 2018 in parlamento ''è conforme alle disposizioni della seconda Costituzione della Repubblica''.
''Queste iniziative coraggiose potrebbero sollevare polemiche e essere respinte da una frangia della società tunisina'', ha sottolineato Essebsi, specificando che ''i diritti umani sono una condizione sine qua non per il progresso delle società e non sono di esclusiva competenza dell'Occidente, ma anche del mondo arabo-musulmano". A questo proposito, il presidente tunisino ha posto l'accento sulla necessità di migliorare lo status delle donne nelle società arabo musulmane e affermare il loro diritto alla piena emancipazione. ''Non c'è democrazia senza eguaglianza e non c'è un vero progresso senza l'abolizione della discriminazione tra uomini e donne '', ha detto Essebsi. In risposta a coloro che descrivono l'iniziativa presidenziale come ''incostituzionale basandosi sull'articolo 1 della Costituzione'', Essebsi ha affermato che la legge fondamentale all'articolo 21 stabilisce che lo Stato dovrebbe raggiungere l'uguaglianza tra uomini e donne a tutti i livelli, incluso il tema dell' eredità. Inoltre, il secondo articolo della Costituzione afferma che la Tunisia è uno stato civile basato sulla cittadinanza, la volontà del popolo e lo stato di diritto.
In questo contesto, il presidente tunisino ha affermato che l'Islam assegna un ruolo distinto alle donne e le incoraggia a garantire i loro diritti e la loro dignità.
''Escludere le donne dall'uguaglianza ereditaria sostenendo la specificità religiosa'', ha detto, ''si oppone allo stesso spirito della religione musulmana e ai precetti della Sharia e non è in linea con la filosofia e i principi dei diritti umani''.
A questo proposito, ha sottolineato che l'iniziativa proposta al parlamento consente a qualsiasi persona di decidere secondo la propria coscienza e fede e di rispettare il suo credo religioso semplicemente dichiarando di voler scegliere la legge religiosa.
Inoltre, il Presidente della Repubblica ha ritenuto che ''l'uguaglianza nell'eredità aprirà la strada all'emancipazione economica delle donne, in particolare che il loro contributo alla creazione di ricchezza è sempre più provato''. La Tunisia è stata eletta membro del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nell'ottobre 2016 per un periodo di tre anni (2017/2019) con 189 voti su 193. (ANSAmed).