Le due ordinanze, ha spiegato Selliti, arrivano dopo la scadenza del periodo di custodia preventiva per i due, arrestati al loro arrivo in aeroporto a Tunisi lo scorso 26 marzo. Il caso è stato presentato alla procura antiterrorismo che ha autorizzato un'indagine con l'accusa di spionaggio nei confronti dei due indagati che sono stati interrogati nuovamente ieri per più di 7 ore, alla presenza dei loro avvocati. Il portavoce del tribunale ha dichiarato il 30 marzo scorso che l'esperto Onu "non può beneficiare dell'immunità nella misura in cui i fatti per i quali è indagato concernono interessi personali". In virtù della Convezione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite, approvata dall'Assemblea dell'Onu il 13 febbraio 1946, ha sottolineato Sliti, "i privilegi e le immunità sono accordati ai funzionari unicamente nell'interesse delle Nazioni Unite e non a loro titolo o vantaggio personale". Sliti ha anche detto che Kartas e una persona che lo accompagnava sono stati arrestati su esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare disposta dal pubblico ministero per i reati di terrorismo. Le accuse nei confronti di Kartas secondo i media locali sarebbero quelle di "spionaggio a favore di potenze straniere", nell'ambito di un'inchiesta che ha portato in carcere almeno altri due tunisini per gli stessi motivi. L'Onu ha chiesto con una nota verbale alle autorità tunisine le ragioni dell'arresto di Kartas nonostante l'immunità diplomatica e di poter conoscere le condizioni in cui è detenuto. Human Rights Watch in Tunisia aveva chiesto alle autorità le ragioni di questo arresto, specificando che "Moncef Kartas ha diritto all'immunità dalla giurisdizione delle organizzazioni internazionali, in particolare quella delle Nazioni Unite, e lavora sulle violazioni dell'embargo sulle armi in Libia".
(ANSAmed).