(ANSAmed) - TUNISI, 7 MAG - "Migliorare la vita delle persone
sorde all'interno della comunità tunisina per arrivare a una
maggiore inclusione sociale e al riconoscimento della lingua dei
segni tunisina da parte dello Stato". Questo l'obiettivo
principale del progetto avviato lo scorso gennaio dall'Ong
italiana Organismo Sardo di Volontariato Internazionale (Osvic),
in partenariato con l'associazione tunisina Ichara, intitolato:
"Inclusione sociale dei bambini sordi nella zona di Tunisi:
sensibilizzazione, formazione e inserimento scolastico".
Il progetto, co-finanziato dalla Regione Autonoma della
Sardegna, vuole essere un'azione sperimentale innovativa sia
nell'individuazione del settore di intervento sia nell'approccio
utilizzato, spiega Marta Stroscio di Osvic in Tunisia ad
ANSAmed, e punta nel lungo periodo ad avviare un programma
sperimentale bilingue (Lingua dei segni tunisina/lingua scritta)
all'interno della scuola pubblica locale e ad aumentare le
prospettive di lavoro per i non udenti. "In Tunisia infatti, i
sordi tendono ad essere marginalizzati e sono parte di
quell'universo poco conosciuto di veri e propri invisibili,
sottolinea Stroscio, e "spesso vengono considerati incapaci di
svolgere attività che implichino l'uso del ragionamento e le
loro competenze vengono sminuite".
In Tunisia i bambini con questo deficit frequentano scuole
speciali, le Atas (Associazioni Tunisine di Aiuto ai Sordi),
all'interno delle quali possono studiare, ricevere una
formazione professionale e seguire una riabilitazione
logopedica. A partire dal 2005, con la legge sull'integrazione
scolastica dei bambini in situazioni di handicap, la Tunisia ha
iniziato ad inserire alcuni alunni sordi nella scuola ordinaria
ma l'integrazione dei bambini sordi nelle scuole ordinarie
consiste nella creazione di classi preparatorie, separate da
quelle dei bambini udenti, nelle quali gli vengono assegnati
degli educatori. La lingua dei segni non viene contemplata come
metodo educativo e si predilige un approccio orale, con il
principale obiettivo di "far parlare i sordi": ciò è dovuto
principalmente alle famiglie che non accettano che i propri
figli "segnino". Oltre a rimanere nelle classi preparatorie, i
bambini hanno la possibilità di restare nella classe dei
coetanei udenti, ma senza il sostegno di un docente, un
interprete o un assistente alla comunicazione: di conseguenza,
il bambino si ritrova solo, in classe, senza i mezzi necessari
per poter comprendere alla pari dei suoi compagni udenti".
Per proporre un'alternativa sia in ambito educativo che
sociale, l'Osvic interviene in Tunisia con un progetto
sperimentale che prevede il miglioramento delle condizioni di
vita delle persone sorde attraverso un approccio studiato con
l'obiettivo specifico di creare un contesto favorevole alla loro
inclusione sociale e ad inserire bambini sordi all'interno della
scuola tunisina. Per formare il personale che lavorerà nel
contesto bilingue, sono previsti dei corsi di formazione da
parte da docenti italiani esperti nel settore della didattica
specializzata agli alunni sordi. Osvic, in partenariato con
l'associazione tunisina Ichara, da tempo impegnata sul tema
della lingua dei segni e dell'educazione ai bambini sordi, ha
avviato dunque, con questo progetto in Tunisia, un cammino
progettuale di cooperazione internazionale complesso, integrato,
dando, da un lato, continuità al suo impegno nei sud del mondo,
dall'altro promuovendo un processo di dialogo e solidarietà con
la sponda sud del mediterraneo e la comunità araba, partendo
dagli ultimi e con loro contribuendo a costruire impegno e
cittadinanza. (ANSAmed).