(ANSAmed) - TUNISI, 05 AGO - "Trentasei migranti ivoriani si
trovano da ieri mattina sulla frontiera tra Tunisia e Libia. Del
gruppo fanno parte 11 donne, delle quali una incinta e 4 bambini
di pochi anni di età, in uno stato di vulnerabilità estrema,
lasciati a loro stessi, senza acqua né cibo". A denunciare la
drammatica situazione è l'Organizzazione internazionale per le
migrazioni (Oim) in Tunisia, in un comunicato, precisando che
detti "migranti sarebbero stati trasportati da Sfax a Medenine
(sul confine libico) per essere ricondotti verso le frontiere a
sud delle Tunisia".
"La loro localizzazione finale non è ancora confermata mentre
le condizioni di salute di diverse donne e bambini sembra
peggiorare", scrive ancora l'Oim. Il riferimento è ad una
notizia resa nota ieri in una nota dal ministero dell'Interno di
Tunisi relativa all'arresto, sabato scorso, di una settantina di
persone di diverse nazionalità all'interno di una casa nel
governatorato di Sfax, con l'accusa di stare per partecipare ad
una operazione di emigrazione clandestina. Stando ad
informazioni locali i migranti si troverebbero in una zona
militarizzata al confine tra Tunisia e Libia, accessibile solo
con permessi da parte delle autorità. A denunciare la situazione
anche l'Ong Forum tunisino per i diritti economico e sociali
(Ftdes) ed altre organizzazioni della società civile, che oltre
ad appellarsi alle autorità al fine di permettere ai migranti in
questione di entrare sul territorio tunisino perché siano presi
in carico dalle Organizzazioni umanitarie, segnalano che secondo
diverse testimonianze, essi si trovavano radunati in una casa
per celebrare insieme la festa nazionale ivoriana.
Le squadre dell'Oim, attraverso il suo ufficio in Tunisia e
Libia si sono mobilitate fin da quando hanno ricevuto l'allarme
su questa situazione e tentano di contattare le autorità
competenti dei due lati delle frontiere per assicurare in un
primo tempo, un intervento umanitario nel più breve tempo
possibile, in coordinamento con la Mezzaluna Rossa tunisina e i
servizi consolari della Costa d'Avorio in Tunisia e in Libia,
scrive l'Oim, che pur ribadendo il suo rispetto per la sovranità
dello Stato tunisino, esprime il suo profondo rammarico riguardo
a questo incidente e la sua inquietudine in rapporto alla
sopravvivenza dei migranti in queste condizioni dove si trovano,
considerando le altissime temperature di questa stagione. L'Oim
fa appello a un intervento d'urgenza al fine di portare soccorso
e fornire acqua, cibo e cure mediche ai trentasei uomini, donne
e bambini bloccati alle frontiere.
"Le procedure operative da adottare avrebbero previsto che i
migranti venissero affidati alla Mezzaluna Rossa tunisina, in
collaborazione con l'Oim che sarebbe stato disponibile a
valutare le loro esigenze, assicurare assistenza medica e
umanitaria a coloro che ne avessero bisogno, e l'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati(Unhcr)
relativamente ai migranti che avrebbero voluto richiedere una
protezione internazionale". "L'Oim tiene a ricordare che la vita
dei migranti, come ogni vita umana, è importante e che la
responsabilità umanitaria di portare soccorso alle persone in
pericolo è responsabilità di tutti". (ANSAmed)