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Tunisia: arrestato magnate tv in pole a presidenziali

Il partito di Karoui denuncia 'pratiche fasciste' del governo

26 agosto, 13:09

(di Paolo Paluzzi) (ANSAmed) - TUNISI, 26 AGO - L'arresto venerdì scorso in Tunisia di Nabil Karoui, patron di Nessma tv, principale rete privata del Paese, fondatore e presidente del partito Qalb Tounes (Al cuore della Tunisia), piomba come un macigno sulle elezioni presidenziali del prossimo 15 settembre e rischia di influenzare pesantemente il processo elettorale, mettendo in discussione i già delicati equilibri tra magistratura e politica nella giovane democrazia tunisina. Il controverso uomo d'affari, ora in carcere a Tunisi per riciclaggio e frode fiscale, viene infatti presentato dalla maggior parte dei sondaggi come il candidato favorito tra i 30 ammessi finora alla corsa per la massima carica dello Stato. Se il presidente della Commissione superiore indipendente per le elezioni (Isie) ha dichiarato che, in quanto indagato (e non condannato), Karoui rimarrà comunque in corsa per le presidenziali, dal suo partito giungono accuse pesanti all'esecutivo di un uso politico della magistratura, fino a definire lo stesso Karoui "un prigioniero politico".

L'accusa in particolare è contro il premier tunisino, Youssef Chahed, anch'egli in corsa per le presidenziali, che alcuni giorni fa ha delegato provvisoriamente i suoi poteri al ministro della Funzione pubblica per dedicarsi interamente alla campagna elettorale.

Dal canto suo l'associazione nazionale magistrati (Amt) sottolinea l'importanza di lasciare fuori il potere giudiziario da ogni contesa politica e nel contempo chiede chiarimenti sulle modalità dell'arresto di Karoui, fermato a un casello autostradale nel nord-ovest del paese con uno spiegamento di forze definito eccessivo dai suoi sostenitori. "E' stato umiliato e trattato come un criminale di guerra, un contrabbandiere", denuncia la portavoce di Qalb Tounes, Samira Chaouachi. Secondo il partito l'arresto di Karoui non è che l'ultimo atto di una serie di "pratiche fasciste" contro di lui, cominciate dopo la pubblicazione dei sondaggi per le presidenziali che lo vedono in testa. Pratiche iniziate, scrive Qalb Tounes in una nota, con la "chiusura dei locali di Nessma Tv nell'aprile scorso, le interminabili audizioni davanti al tribunale per i reati finanziari della capitale, il divieto di espatrio e il sequestro dei suoi beni".

In favore della liberazione di Karoui si sono espressi alcuni candidati alla presidenza, come l'ex ministro della Difesa Abdelkrim Zbidi secondo il quale questa vicenda rischia di nuocere all'immagine della giustizia ed è suscettibile di influenzare il processo democratico, o come l'ex premier Hamadi Jebali che ha affermato che l'arresto di Karoui apre la strada a una nuova dittatura.

Anche se il partito Tahya Tounes respinge in blocco le accuse contro Chahed deplorando "la strumentalizzazione di questa vicenda da parte di alcuni media per lanciare campagne diffamatorie contro il partito e il suo presidente", il dubbio quantomeno di un'uso ad orologeria della magistratura rimane e secondo alcuni esperti, potrebbe addirittura favorire alle urne il candidato Karoui.

Nabil Karoui e il fratello Ghazi, socio in affari e direttore, tra l'altro, della sua campagna elettorale, sono accusati di riciclaggio e frode fiscale a seguito di una denuncia presentata dall'Ong tunisina "I Watch', specializzata nel denunciare i casi di corruzione. Ghazi, sarebbe però riuscito a sfuggire all'arresto e si troverebbe attualmente in fuga in Algeria. Karoui è considerato in patria un personaggio piuttosto controverso, affermato self made man, tra i fondatori del modernista Nidaa Tounes insieme al defunto presidente Beji Caid Essebsi, poi fuoriuscito per creare il suo partito. E' capace pero' di farsi amare dalla gente, grazie all'impegno con la sua associazione 'Khalil Tounes' a favore dei poveri. Ma il magnate è conosciuto soprattutto come patron di Nessma tv, la rete privata più seguita del Paese, (di cui Mediaset possiede il 25% delle quote). Proprio la sua qualità di tycoon televisivo è costata a Nessma l'inclusione da parte dell'Autorità indipendente per la comunicazione audiovisuale (Haica), in una lista di tre media, diffidati "per faziosità" dalla copertura mediatica della campagna elettorale delle presidenziali.

(ANSAmed).

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