(ANSAmed) - TUNISI, 10 GIU - Sono 22 finora i cadaveri
ripescati dalla marina tunisina a Kraten al largo delle isole
Kerkennah, vittime del naufragio di un barcone con 53 migranti
subsahariani a bordo, partito da Sfax nella notte tra il 4 ed il
5 giugno e diretto verso le coste italiane.
Il portavoce ufficiale del tribunali di Sfax, Mourad Turki,
ha annunciato l'apertura di un'indagine. Le autorità tunisine,
con l'aiuto di unità subacquee, sono ancora al lavoro per
cercare eventuali superstiti. ''Il numero di morti sarà
sicuramente più alto, ma al momento non si può sapere con
esattezza quante persone stavano tentando la traversata - ha
dichiarato in una nota Romdhane Ben Amor, del Forum tunisino per
i diritti economici e sociali (Ftes). ''Contestiamo
l'attribuzione della provenienza delle persone solo sulla base
del loro colore. Esistono anche tunisini con la pelle nera.
Intanto il Ftdes ha accusato in un comunicato la politica di non
accoglienza dell'Unione europea, ''disposte a tutto pur di
ostacolare l'arrivo dei migranti. Il Forum, già noto per le sue
posizioni contrarie alle politiche europee in tema migratorio,
chiede anche alle autorità tunisine di trattare con dignità i
cadaveri delle vittime, assicurando loro una degna sepoltura e
prelevando dei campioni di Dna al fine di inserirli in un
database accessibile alle famiglie alla ricerca dei loro cari.
Nel mese di maggio la guardia costiera tunisina ha bloccato
1.243 persone pronte a salpare illegalmente - prosegue Ben Amor,
il 68% delle quali di origine subsahariana e il 32% tunisina.
Numeri che non si registravano cosi' alti dal 2011/2012. Se le
politiche migratorie europee non cambieranno ci saranno presto
nuove stragi. (ANSAmed).