TUNISI - Mentre il premier tunisino Hichem Mechichi ha annunciato un rimpasto ministeriale a breve, il presidente Kaies Saied ha accettato l'invito del sindacato Unione generale lavoratori tunisini (Ugtt), di aderire all'iniziativa per l'avvio di un nuovo dialogo nazionale, "che rappresenta un'alternativa alle tensioni politiche e una via d'uscita dalla crisi". Lo ha reso noto la presidenza tunisina in un breve comunicato dopo un incontro tra il Capo dello Stato e il segretario dell'Ugtt, Noureddine Taboubi, nel quale Saïed ha sottolineato la necessità che nell'organizzazione di questo Dialogo siano convocati i rappresentanti di giovani tunisini di diverse regioni del Paese per rimettere sui binari la rivoluzione tunisina e rispondere alle richieste popolari del 2011. I termini di questa partecipazione, così come i dettagli di quest'iniziativa, lanciata dal sindacato all'inizio del mese, saranno discussi nei prossimi giorni durante una riunione di lavoro, secondo quanto si legge nella nota. Dieci anni dopo la rivolta del dicembre 2010 che portò alla fuga in Arabia Saudita del presidente Ben Ali il 14 gennaio 2011, la Tunisia è ancora scossa da una certa instabilità politica e da seri problemi economico-sociali. La classe politica, più frammentata che mai dopo le elezioni legislative del 2019, sembra non riuscire a trovare i mezzi per soddisfare le istanze del popolo, mentre si accentua l'emergenza sociale, con le drammatiche ricadute sull'economia della pandemia del coronavirus. Il potente sindacato tunisino Ugtt, che partecipò da protagonista alla lotta per l'indipendenza, ha già svolto un ruolo chiave durante la transizione politica post-rivoluzionaria del 2011, che gli valse il Premio Nobel per la Pace 2015 con gli altri attori del "dialogo nazionale". L'Ugtt ha inoltre contribuito all'elaborazione della tabella di marcia per il governo di unità nazionale nell'agosto 2016.