TUNISI - Ancora scontri e disordini nella notte appena trascorsa tra giovani manifestanti e forze di sicurezza in varie località della Tunisia. Per la terza notte consecutiva sono state registrate a Cité Ettadhamen, Mnihla e al Intilaka, sobborghi popolari della capitale, ma anche a Sbeitla, Nabeul, Beja, Kasserine, Jelma, Menzel Bouzalfa, Sousse, Gafsa, Biserta, Sidi Bouzid, Korba, Tebourba, le stesse scene di violenza, saccheggi, incendi di pneumatici, sassaiole e attacchi alle forze dell'ordine: 600 il numero di giovani manifestanti arrestati secondo quanto hanno riferito i ministeri dell'Interno e della Difesa, che hanno annunciato il dispiegamento dell'esercito in diverse città per bloccare le proteste. In totale sono state arrestate 632 persone tra 15, 20 e 25 anni che, secondo il portavoce del ministero dell'Interno Khaled Hayouni, "hanno bruciato pneumatici e cassonetti per bloccare le forze di sicurezza".
Le violenze hanno costretto le forze dell'ordine a far largo uso di lacrimogeni e infine hanno fatto decidere le autorità di dispiegare l'esercito in diversi governatorati del Paese "al fine di proteggere le istituzioni e prevenire qualsiasi atto di caos", come ha spiegato il portavoce del ministero della Difesa, Mohamed Zekri. Durante la notte lo stesso presidente della Repubblica, Kaies Saied, ha supervisionato le operazioni di controllo di ordine pubblico alla centrale del ministero dell'Interno della capitale.
Protagonisti dei disordini di queste notti convulse, giovani e giovanissimi, in gran parte minori, definiti "saccheggiatori" dalle autorità, arrestati a centinaia (242 solo la notte precedente) ma che in qualche post sui social definiscono queste azioni come una rivoluzione degli "affamati" dal Covid e urlano slogan contro i governanti.