Sempre secondo la stessa fonte, marinai, pescatori e vacanzieri intervistati hanno negato di aver notato la presenza di questa specie sulle spiagge tunisine, tuttavia, il ministero dell'Agricoltura invita tutti i cittadini a fornire ogni informazione utile relativa alla presenza di queste meduse sulle spiagge. Alcuni marinai hanno invece segnalato, nella tarda notte del 29 marzo scorso, la loro presenza su una spiaggia di Chebba nel governatorato di Mahdia.
Informazioni confermate dall'Associazione tunisina per gli studi e la ricerca sui cetacei (Houtiyat), secondo la quale questa specie velenosa di meduse si sarebbe adattata agli ambienti marini della Tunisia. . Sami Mhenni, ingegnere in scienze marine e presidente fondatore della suddetta associazione ha dichiarato al media locale Webdo che a seguito di indagini e di un controllo incrociato di informazioni e dati, la presenza di questa specie in Tunisia puo' essere confermata. "La presenza di questa specie ci è stata segnalata per la prima volta da un ingegnere a Maamoura, nel governatorato di Nabeul, e una seconda volta da pescatori a Chebba, a Mahdia", ha detto Mhenni che riferendosi all'indagine condotta dal ministero dell'Agricoltura, ne ha criticato la mancanza di serietà. "È una medusa estremamente velenosa che può causare la morte in alcuni casi", ha detto ancora il presidente di Houtiyat, aggiungendo che fenomeni quali il riscaldamento globale e l'inquinamento dei mari sarebbero la causa dell'ultima migrazione di tale specie, ricordando che è stata segnalata per la prima volta in Tunisia nel 1992. Lo scorso gennaio, queste meduse pericolose sono state scoperte su alcune spiagge francesi e marocchine. Un ritrovamento incredibile poiché questi esemplari si ritrovano solitamente "in zone tropicali", hanno sottolineato le autorità francesi in quell'occasione. (ANSAmed).