"È imperativo agire rapidamente e avere la volontà e l'audacia di prendere le misure appropriate senza timore di perdere il sostegno popolare", ha spiegato l'ex ministro indicando inoltre che tutte le parti interessate, compresa la presidenza della Repubblica, il governo e le parti sociali, devono lavorare insieme all'interno del consenso, in una fase successiva. C'è bisogno di "sviluppare un programma di riforme basato su priorità individuate del Paese, non su un'agenda di riforme irraggiungibili" ha detto ancora Jouini aggiungendo che la Tunisia deve rimborsare considerevoli somme di valuta estera nei prossimi anni, in cambio del rimborso dei suoi debiti esteri, e di conseguenza è quindi necessario ricevere un sostegno finanziario, soprattutto perché la situazione continua a complicarsi giorno dopo giorno". Siglare un accordo con l'Fmi «ci consentirà non solo di garantire i finanziamenti necessari, ma anche di allentare la pressione sul mercato finanziario in generale», ha affermato. Dal canto suo, l'economista Fethi Nouri ha ricordato la posizione del Fmi sulla questione dei sussidi in Tunisia, affermando che il Fondo non è favorevole al sussidio degli idrocarburi per motivi ambientali ma ha sottolineato come il miglioramento dell'efficienza energetica potrebbe rafforzare la posizione della Tunisia nei negoziati con l'Fmi, invitando la parte tunisina a rivedere la sua politica negoziale. La soluzione è sia politica che economica e il presidente Saied e la premier Bouden sono chiamati a raddoppiare gli sforzi per salvare il Paese, ha sottolineato Nouri. L'economista ed ex ministro Taoufik Rajhi ha sottolineato invece l'importanza di un aggiustamento di bilancio, una riforma della politica monetaria, una riduzione della massa salariale e la riforma delle imprese statali. Ma al di là delle considerazioni di bilancio, devono essere compiuti sforzi per migliorare il clima imprenditoriale e promuovere gli investimenti per far uscire il Paese dalla sua crisi strutturale, aggravata dal ritardo nell'attuazione delle riforme e dalla pandemia da coronavirus», ha affermato ancora Rajhi. (ANSAmed).
Esperto, 'non c'è alternativa ad accordo fra Tunisia e Fmi'
Economista ed ex ministro Jouini, 'imperativo agire rapidamente'
"È imperativo agire rapidamente e avere la volontà e l'audacia di prendere le misure appropriate senza timore di perdere il sostegno popolare", ha spiegato l'ex ministro indicando inoltre che tutte le parti interessate, compresa la presidenza della Repubblica, il governo e le parti sociali, devono lavorare insieme all'interno del consenso, in una fase successiva. C'è bisogno di "sviluppare un programma di riforme basato su priorità individuate del Paese, non su un'agenda di riforme irraggiungibili" ha detto ancora Jouini aggiungendo che la Tunisia deve rimborsare considerevoli somme di valuta estera nei prossimi anni, in cambio del rimborso dei suoi debiti esteri, e di conseguenza è quindi necessario ricevere un sostegno finanziario, soprattutto perché la situazione continua a complicarsi giorno dopo giorno". Siglare un accordo con l'Fmi «ci consentirà non solo di garantire i finanziamenti necessari, ma anche di allentare la pressione sul mercato finanziario in generale», ha affermato. Dal canto suo, l'economista Fethi Nouri ha ricordato la posizione del Fmi sulla questione dei sussidi in Tunisia, affermando che il Fondo non è favorevole al sussidio degli idrocarburi per motivi ambientali ma ha sottolineato come il miglioramento dell'efficienza energetica potrebbe rafforzare la posizione della Tunisia nei negoziati con l'Fmi, invitando la parte tunisina a rivedere la sua politica negoziale. La soluzione è sia politica che economica e il presidente Saied e la premier Bouden sono chiamati a raddoppiare gli sforzi per salvare il Paese, ha sottolineato Nouri. L'economista ed ex ministro Taoufik Rajhi ha sottolineato invece l'importanza di un aggiustamento di bilancio, una riforma della politica monetaria, una riduzione della massa salariale e la riforma delle imprese statali. Ma al di là delle considerazioni di bilancio, devono essere compiuti sforzi per migliorare il clima imprenditoriale e promuovere gli investimenti per far uscire il Paese dalla sua crisi strutturale, aggravata dal ritardo nell'attuazione delle riforme e dalla pandemia da coronavirus», ha affermato ancora Rajhi. (ANSAmed).