Per la prima volta, riferisce l'agenzia turca Anadolu, il presidente della Repubblica offrira' un singolo ricevimento in occasione del Giorno della Vittoria del 30 agosto che celebra la battaglia finale della guerra di indipendenza turca del 1922. Con l'invito al palazzo presidenziale di Cankaya ad Ankara appena regolato da un singolo protocollo, non ci saranno piu' quindi i ricevimenti separati che venivano offerti dai comandanti militari nelle loro strutture. E' ''un ulteriore segnale della fine dell'influenza militare sull'autorita' civile'', chiosa il sito del quotidiano Zaman, vicino al governo del premier, l'islamico Recep Tayyip Erdogan. Gia' al ricevimento dell'anno scorso scorso, viene ricordato, il presidente della Repubblica, Abdullah Gul, aveva accolto gli ospiti quale comandante in capo delle Forze armate al posto del Capo di Stato maggiore.
Sui giornali turchi, tra cui Vatan, viene dato risalto ad una dichiarazione dello stesso Stato maggiore che ha reagito, definendosi ''preso in giro nella maniera piu' bassa'', a critiche venute da un giornale laico e dal capo dell'ordine degli avvocati che descrivevano le forze armate come un cane al giunzaglio e un'istituzione debilitata. Una polemica che il quotidiano Sozcu, voce degli ultralaicisti e dell'opposizione nazionalista, definisce senza precedenti nella storia della Turchia moderna.
Sul fronte delle numerose inchieste giudiziarie che hanno portato in carcere centinaia di militari compresi molti generali, indebolendo l'intera casta dei 'pasha'', il quotidiano Sabah ha confermato indiscrezioni in circolazione da almeno due mesi: una procura sta esaminando il ''memorandum'' postato su internet dalle Forze armate il 27 aprile del 2007 minacciando velatamente un quinto colpo di stato (dopo quelli ''classici'' del 1960, '71 e '80 e quello ''post-moderno'' del 1997) pur di impedire impedire l'elezioni di Gul, islamico con moglie velatissima. Il memorandum era stato tolto dal sito dello Stato maggiore il 29 agosto scorso, dopo la nomina dell'attuale capo, il generale Necdet Ozel, assurto al vertice militare in seguito a clamorose dimissioni collettive dei precedenti capi delle forze armate l'estate scorsa. Si era trattato di una mossa che probabilmente ha segnato anche la rinuncia dell'esercito ad assolvere il compito assegnatogli dal fondatore della Turchia moderna, Kemal Ataturk: essere baluardo della laicita' del paese. Segnali che i militari siano stati domati, negli ultimi mesi, ANSAmed ne ha contati almeno una trentina: oltre a dimissioni e arresti di generali, si va dalle proposte di subordinare lo Stato maggiore al ministero della Difesa ai risarcimenti concessi a militari discriminati perche' islamici. (ANSAmed).