Cinque deputati dell'opposizione al presidente islamico Recep Tayyip Erdogan sono finiti in ospedale. Potrebbero non essere gli ultimi. I tre partiti di opposizione hanno deciso infatti di scendere in trincea e di lottare fino all'ultimo respiro per impedire l'adozione della nuova legge sulla sicurezza voluta da Erdogan che definiscono "da regime fascista", che farà del paese "uno stato di polizia".
Due volte, mercoledì mattina e giovedi sera il partito islamico Akp di Erdogan che ha la maggioranza assoluta ha tentato di iniziarne l'esame. Ma l'opposizione ha bloccato i lavori presentando centinaia di mozioni. L'atmosfera si è fatta incandescente. I nervi degli onorevoli islamici sono saltati e si sono avventati sui colleghi dell'opposizione. Lo scontro parlamentare si e' trasformato in rissa. La strategia dell'opposizione nonostante gli onorevoli finiti in ospedale per ora ha pagato. Due volte l'esame della legge e' stato rinviato. Il pacchetto sicurezza voluto da Erdogan conferisce poteri senza precedenti alla polizia, che potra' arrestare sospetti, perquisire, intercettare senza il mandato di un giudice, e usare con meno vincoli le armi contro i manifestanti, e al ministero degli interni. I governatori potranno intervenire nelle azioni giudiziarie, dichiarare lo stato d'emergenza e ordinare l'arresto di persone ritenute sospette. Il premier Ahmet Davutoglu difende il testo affermando che consentira' di tutelare la sicurezza dei cittadini e di lottare meglio contro la criminalita'. Ma per il capo dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, a quattro mesi dalle cruciali elezioni politiche di giugno, il 'sultano' Erdogan vuole definitivamente mettere a tacere oppositori e dissidenti e istituire uno stato autoritario e islamico. Per il presidente le politiche di giugno saranno un passaggio cruciale. Erdogan vuole stravincere per ottenere una maggioranza assoluta allargata che gli consenta di cambiare la costituzione e di istituire un regime presidenziale. Una deputata islamica ha perfino previsto senza complessi che fra breve la "pausa pubblicitaria di 90 anni" della repubblica si concludera' e "tornera' l'impero ottomano".
Intanto in tutto il paese si moltiplicano incriminazioni e condanne per presunte "offese" al presidente. Un reato che puo' costare anche quattro anni di carcere. Sono gia' stati accusati o condannati giornalisti. intellettuali. Ieri e' stato incriminato un ragazzo di 15 anni per un tweet contro il presidente. La polizia ha indagato per un anno per individuarlo.
Un altro giovane, di 17 anni, e' stato condannato a 8 mesi di carcere per un cartello con una 'pagella' negativa del presidente. Un ragazzo di 16 anni in dicembre è stato arrestato in classe dalla polizia a Antiochia, e sara' processato in marzo: aveva gridato slogan anti-Erdogan in una manifestazione.(ANSAmed).