La denuncia dell'opposizione turca è ora documentata anche dal New York Times. Fra le migliaia di siti bloccati dalle autorità turche figurano oltre a quello della rivista satirica francese per le vignette 'blasfeme' su Maometto quello dell' Associazion Atea turca, siti armeni e curdi. I siti di propaganda dell'Isis "sfuggono ai censori turchi". Erdogan è stato più volte accusato di avere aiutato in Siria i gruppi armati di Isis e Al Qaida, con l'ossessione di fare cadere l'alevita Bashar al Assad e sostituirlo con un governo sunnita dei Fratelli Musulmani. Nelle ultime settimane, sotto pressione Usa Ankara ha annunciato controlli più severi ai confini con la Siria e negli aeroporti, per frenare le 'autostrade della jihad'.
La linea ambigua della Turchia, paese candidato all'Ue e membro della Nato, finora rimasta ai magini della coaizione anti-Isis, ha suscitato tensioni con Washington. Il Nyt rileva che il sito Takva Haber "ampiamente usato per reclutare turchi per l'Isis, opera liberamente" e serve anche allo scambio di informazioni fra jihadisti o offre consigli ai terroristi in Siria e Iraq su come evitare di essere visti dai droni della Coalizione. Altri siti e "innumerevoli" - rileva il Nyt - account Twitter vicini ai jihadisti operano indisturbati in Turchia. Circa 3mila turchi combattano con le truppe del 'califfo' al Baghdadi, e il gruppo jihadista ha ora migliaia di simpatizzanti in Turchia. Eppure le autorità islamiche turche non esitano a usare la scure contro internet. L'anno scorso Twitter e Youtube sono stati bloccati per impedire la pubblicazione di intercettazioni su nomi eccellenti del regime fra cui lo stesso Erdogan, coinvolti nella Tangentopoli del Bosforo. Twitter di recente ha reso noto che la Turchia ha presentato nel 2014 un numero di richieste di blocco di account superiore a quello di tutti gli altri paese. Una nuova legge - "bavaglio" accusa l'opposzione - consente al primo ministtro di bloccare entro 4 ore qualsiasi sito per motivi di "sicurezza pubblica". La nuova unità di lotta contro il cibercrimine nata dopo l'esplosione della Tangentopoli turca è molto attiva, ma soprattutto per dareb la caccia a tweet e messaggi Facebook critici verso Erdogan. Da dicembre più di 200 persone fra cui diversi giornalisti, intellettuali, studenti, e perfino una ex-Miss Turchia, sono state arrestate o incriminate per presunte 'offese' al presidente. Rischiano condanne fino a 4 anni di carcere. In una 'guida' in inglese ('Hijrah to the Islamic State') pubblicata in rete per spiegare agli aspiranti jihadisti occidentali come raggiungere il 'califfato' l'Isis spiega che si può ancora passare senza eccessivi problemi dalla Turchia, perchè Ankara "ha chiuso un occhio".(ANSAmed).