Correlati
BRUXELLES - Con una lettera la Turchia ha comunicato a Bruxelles che garantirà protezione anche ai profughi non siriani. Lo ha annunciato il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas. Il riconoscimento delle stesse tutele offerte ai siriani anche ai profughi di altre nazionalità restava uno dei punti aperti dell'intesa Ue-Turchia siglata il 18 marzo.
In questo modo la Grecia potrà dare il via anche ai rimpatri dei richiedenti protezione internazionale, sbarcati nelle isole dell'Egeo dal 20 marzo in poi, le cui richieste sono state giudicate inammissibili.
Ue, per stop visti Turchia ognuno faccia sua parte
La Commissione europea ribadisce il suo impegno ad attuare tutti i punti previsti dall'accordo Ue-Turchia, auspicando che vi sia altrettanto impegno da parte di Ankara, in particolare sulla liberalizzazione dei visti. La valutazione sull'attuazione di Ankara dei 72 criteri per ottenere l'esenzione è prevista per il 4 maggio.
"La Commissione Ue si è impegnata a soddisfare tutti i punti previsti dall'accordo siglato il 18 marzo, con qualche flessibilità con la tempistica, perché questa ha a che fare con la programmazione col lavoro del collegio", afferma il portavoce della Commissione Margaritis Schinas, aggiungendo: "Faremo la nostra parte così come speriamo davvero che le autorità turche progrediscano su un sostanziale numero di criteri, prima" della valutazione del 4 maggio".
Per frontiere greche è ora verità, scadono i 3 mesi per risolvere 'carenze' alle sue frontiere
Scadono oggi i tre mesi che l'Ue ha dato alla Grecia per risolvere le "serie carenze" riscontrate alle sue frontiere esterne. Entro la mezzanotte Atene dovrà inviare un documento in cui descrive come ha risolto le porosità dei confini, spiegano fonti europee. Si tratta di uno degli ultimi passaggi del procedimento di preparazione per un'eventuale attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen. La valutazione della Commissione europea arriverà entro il 12 maggio.
Se si dovesse dimostrare che nei tre mesi che gli sono stati concessi il governo ellenico non ha risolto i buchi nella sicurezza, Bruxelles potrà lanciare l'articolo 26 - a cui si farebbe ricorso per la prima volta - con cui si permette l'estensione dei controlli alle frontiere interne per uno o più Paesi, fino ad un massimo di due anni.
L'attivazione dell'articolo 26 resta l'unica possibilità di consentire a Paesi come Austria e Germania di continuare a mantenere i controlli alle frontiere interne, in base alle regole del Codice Schengen.
Msf, 10 mila rifugiati senza assistenza in Italia. Presentata 'mappa degli esclusi'
>
PALERMO- Sono almeno 10mila i richiedenti asilo e rifugiati che in Italia vivono senza alcuna assistenza istituzionale e con scarso accesso alle cure mediche, pur avendone diritto. Uno su tre non è iscritto al Servizio sanitario nazionale e due su tre non hanno accesso regolare al medico di famiglia o al pediatra. È la mappa degli esclusi che Medici senza frontiere ha tracciato da marzo a novembre 2015 nel suo rapporto "Fuori campo. Richiedenti asilo e rifugiati in Italia: insediamenti informali e marginalità sociale" presentato oggi a Palermo, nell'aula magna del dipartimento di Scienze economiche aziendali e statistiche dell'ateneo.
"In tutta Italia i posti di accoglienza sono meno di 30mila - ha detto Giuseppe De Mola, il ricercatore che ha curato il rapporto - ma tra il 2014 e il 2015 i migranti sbarcati nel nostro Paese sono stati 300mila, di cui meno della metà ha fatto richiesta di asilo in Italia. Il rapporto riguarda i migranti arrivati qui via terra, ad esempio dalla rotta balcanica ora chiusa, e che vivono in condizioni di assoluta precarietà, in silos, stazioni ferroviarie, baracche o in immobili privati o pubblici occupati. Metà dei siti sono senza acqua né luce, e in almeno quattro (Crotone, Catania, Udine, Bari) è stata rilevata la presenza di minori non accompagnati. Secondo il rapporto di MSf, il 98% dei richiedenti asilo non è iscritto al Ssn, il 30% tra i rifugiati.