Secondo le autorità elleniche, sono ancora 14.371 le persone bloccate negli hotspot, costrette a vivere in condizioni disumane. A ciò si aggiungono le denunce delle principali ong sugli abusi ai quali sono esposti i profughi bloccati in un limbo burocratico, dove le domande dei richiedenti d'asilo e i diritti umani vengono trascurati.
"Misure così restrittive - dice il presidente del Cir, Roberto Zaccaria - non impediscono alle persone in fuga di intraprendere il viaggio, ma lo rendono più difficile e di fatto ancor più insicuro. Nonostante la Commissione Ue tracci un bilancio positivo dell'accordo per la diminuzione degli arrivi sulle coste greche, nei primi mesi del 2017 sono stati più di 500 i morti nel Mediterraneo centrale. Solo il pieno rispetto del diritto d'asilo, l'apertura di vie legali e sicure come reinsediamenti, ricollocamenti, visti umanitari e ricongiungimento familiare, così come i visti per motivi di lavoro o di studio, rappresentano l'unica soluzione praticabile per porre fine alle morti e alle sofferenze ai confini dell'Europa, sia in terra sia in mare". (ANSAmed).