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'Referendum, crisi con Ue voluta da Erdogan', analista turco

'Danneggiati emigrati turchi. Retorica non funzionerà'

21 marzo, 10:15

(di Cristoforo Spinella) (ANSAmed) - ISTANBUL, 20 MAR - "La crisi diplomatica con i Paesi dell'Ue è del tutto artificiale. Erdogan l'ha voluta per distrarre gli elettori da una riforma che non convince come lui vorrebbe, cercando di portare in Europa la stessa polarizzazione che ha creato in Turchia". A parlare all'ANSA della strategia della "retorica belligerante" del presidente Recep Tayyip Erdogan, e dei suoi possibili effetti sul referendum sul presidenzialismo del 16 aprile, è Koray Caliskan, docente di Scienze politiche alla prestigiosa università del Bosforo di Istanbul. "Credo che lo scontro con Germania e Olanda non abbia prodotto gli effetti sperati, la gente non è sicura di capire quello che sta succedendo e sta perdendo interesse. La retorica sull'attacco all'Islam in Europa non è credibile: il sindaco di Rotterdam è musulmano, il sindaco di Londra è musulmano, non è ragionevole pensare che i sentimenti anti-islamici e anti-turchi siano così forti", dice Caliskan. Eppure, "con i comizi negati l'Akp di Erdogan ha vissuto quello che i suoi oppositori vivono ogni giorno in Turchia".

La campagna d'Europa di Erdogan, secondo l'analista, potrebbe persino rivelarsi un boomerang: "Di certo ha creato condizioni molto difficili per i turchi in Europa. Basta immaginare un emigrato che arrivi oggi e si metta a cercare un lavoro. Come verrà accolto? Questa retorica belligerante e non necessaria mette a rischio tutti i turchi all'estero". Per Caliskan, le difficoltà del presidente nascono paradossalmente dal "regime autoritario che lui ha creato": "Per la prima volta non è sicuro di cosa pensa davvero la gente, perché nessuno lo dice più per paura. L'Akp non riesce a fare sondaggi a livello locale, e quindi a preparare una strategia elettorale adeguata". Comunque vada a finire, il referendum "cambierà la storia politica della Turchia". Ma dopo il voto del 16 aprile, prevede Caliskan, Erdogan ha già in mente un'ulteriore stretta autoritaria: "Sta cercando una via d'uscita dall'impasse che ha creato. La Turchia è un Paese europeo che lui sta islamizzando sempre di più. Le iscrizioni alle scuole religiose sono cresciute del 1.400%. L'economia arranca e la sicurezza è in crisi, con un numero enorme di attentati negli ultimi anni.

Anche l'Europa deve capire che con un vicino del genere non può essere al sicuro". (ANSAmed).

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