ha detto ancora il presidente turco proposito dei Paesi Ue, rilanciando i suoi attacchi e sostenendo che in Europa turchi e musulmani vengono trattati come durante "il fascismo in Italia e il nazismo in Germania". Ma un segnale di distensione è arrivato oggi dal vicepremier turco Mahmet Simsek, che sull'Handeslblatt ha concesso che i paragoni con il nazismo siano dovuti al voto: "Siamo tutti nel modus della campagna elettorale. Spero che la retorica si calmerà di nuovo che si possa tornare a una agenda positiva".
"Io credo che l'impegno della Turchia e l'auspicio di raggiungere standard europei - democrazia, rispetto dello Stato di diritto, diritti e libertà per i nostri cittadini - erano e restano forti. Ma la Turchia ha reagito in un modo alla crisi, che purtroppo viene percepito come un allontanamento dall'Occidente", ha aggiunto. Il vicepremier ha sottolineato anche la delusione di Ankara, dopo 40 anni di attesa per entrare nell'Ue: "nel 2005 eravamo candidati per entrare", "sarebbe stato uno stimolo forte per adeguarsi alla Ue. Poi sono arrivati la crisi globale della finanza, la crisi dell'eurozona, l'ascesa dei partiti di destra e la Brexit". (ANSAmed).