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Il romanzo del Bosforo, 'qui c'è l'anima di Istanbul'

Un libro dello studioso Bornovali, 'una storia anche italiana'

29 luglio, 15:07

(di Cristoforo Spinella) (ANSAmed) - ISTANBUL, 29 LUG - Se si dovesse scegliere un simbolo solo, nella valanga di storia di Istanbul, sarebbe probabilmente quel tratto di mare che la taglia in due, dove da secoli si mescolano arte e natura, guerre e commerci, colpi di stato e delizie culinarie. Perché dalle acque del Bosforo emerge un romanzo collettivo, materia per gli storici, e uno personale, da tracciare nella memoria di ciascuno. "Ogni istanbuliota ha il suo Bosforo, fatto di ricordi ed esperienze. Per questo è così importante per gli abitanti di questa città", spiega all'ANSA Sedat Bornovali, storico dell'arte e presidente dall'Associazione delle guide turistiche di Istanbul, raccontando i mille segreti raccolti nel suo ultimo libro, "The Bosphorus: An Illustrated Story", da poco pubblicato in inglese dalla casa editrice Timas dopo il successo di vendite e critica dell'edizione turca. Un'opera ambiziosa ma non per questo ostica, che "nasce dall'abitudine di raccogliere curiosità, cartoline e informazioni dagli archivi, insieme ad anni di studio delle fonti e di frequentazione personale", dice Bornovali. Che già nella prefazione dissemina i tanti elementi di curiosità e chiarisce il suo approccio: "Questo libro non è un lamento funebre" per il Bosforo che fu, dove insieme alle ville d'epoca si è oggi costretti a far la conta di grattacieli e mostri di cemento. Ma cos'è insomma il Bosforo? Una geografia, anzitutto: uno stretto - lungo circa 30 km - che collega il mar Nero al mar di Marmara, dividendo Istanbul e rendendola l'unica metropoli che si estende su due continenti, Europa e Asia. Del Bosforo fa parte, tecnicamente, anche il Corno d'Oro, l'estuario su cui si affaccia la penisola storica, cuore del potere bizantino e ottomano, di fronte al quartiere genovese di Galata. È quindi inevitabilmente anche una storia di ponti, fisici e simbolici: da quello di Galata appunto, icona da cartolina, ai tre che collegano le sponde europee e asiatiche, croce e delizia degli abitanti a seconda del traffico. E ormai anche una storia di tunnel sottomarini: l'Eurasia per le auto e il Marmaray per la metropolitana. Ma resta pur sempre un mare da navigare. Dopo anni come guida turistica, Bornovali offre una guida dettagliatissima della costa, in un'ideale crociera da cui osservare onda dopo onda i palazzi storici - uno per tutti, la residenza dei sultani di Dolmabahce - e gli yali, le ville in legno un tempo buen retiro dell'aristocrazia locale e oggi in mano al jet set turco. C'è poi il Bosforo da scoprire attraverso la poesia di Nazim Hikmet e il cinema di Yilmaz Guney. Un percorso con mille sfaccettature, in cui emerge una storia pure molto italiana, e sconosciuta ai più: tra le chicche, si trova per esempio il consolato generale d'Egitto, gioiello di Art Nouveau progettato dall'architetto Antonio Lasciac, nella stagione in cui molti diplomatici vollero la loro finestra sul mare. E c'è anche, seppur in stato di semi-abbandono, quella che fu la residenza estiva dell'ambasciatore italiano a Costantinopoli, villa Tarabya, opera di Raimondo d'Aronco.

Tracce d'Italia affondano anche nella storia più antica, come nel caso dell'oceanografia, scienza che proprio tra queste acque ha fatto capolino alla fine del Seicento grazie al conte Luigi Ferdinando Marsili. E ancora, c'è la prima cartina geografica nota della città, firmata da Cristoforo Buondelmonti nel 1422, antecedente la conquista ottomana di Costantinopoli. Per farne anche un'edizione italiana, ce ne sarebbe insomma più che abbastanza. (ANSA).

YLL

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