Quanto alla Siria, ha detto il diplomatico saudita rispondendo ad ANSAmed a margine dell'incontro, il Ccg ''come organizzazione non ha mai preso una posizione'' sulla sanguinosa crisi che da mesi sconvolge il Paese. A farlo apertamente sono stati singoli Paesi, ha detto, che ''vogliono sostenere la legittima opposizione in Siria in ogni modo che la possa aiutare a difendersi e proteggersi dalla "killing machine" del governo siriano''. Una scelta legittima, ha osservato, ''e del tutto diversa dal terrorismo'' di cui gli oppositori sono accusati dal governo di Bashar Al Assad. In Bahrein invece, ha detto ancora il diplomatico saudita, bisogna distinguere tra opposizione pacifica e domande legittime del popolo da una parte, e violenza sostenuta da potenze esterne dall'altra, nei confronti della quale, ha aggiunto, il governo di Manama ''ha la responsabilita' di garantire la sicurezza''. Ma il Peninsula Shield, nucleo delle forze armate comuni del Ccg intervenuto nei mesi scorsi in Bahrein, ''non ha avuto alcun ruolo nella sicurezza interna'' dell'isola - abitata da una popolazione a maggioranza sciita ma governata da una monarchia sunnita, ed e' li' solo per ''garantire la sicurezza delle strutture petrolifere e delle infrastrutture sensibili''. ''Non ci sono elementi settari in questo'', ha sottolineato Aluwaisheg, negando dunque un conflitto tra sunniti e sciiti. Ci sono invece, ha aggiunto, ''certi elementi nel governo iraniano che stanno istiganto movimenti violenti nella regione, in Bahrein, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Yemen e Siria. Elementi non hanno nulla a che fare con affiliazioni religiose''.
E anche il progetto di una prossima unificazione tra Bahrein e Arabia Saudita e' solo il primo passo ''di quello della unita' di tutto il Golfo, ''proposta dal Regno saudita nel dicembre scorso''. ''Stiamo valutando la modalita' con cui realizzarlo - ha aggiunto, - l'unita' del Golfo non e' in questione''. Continua intanto il dialogo, ha infine rilevato Aluwaisheg, con l'Occidente e in particolare con la Ue, che finora ''e' stato positivo per noi e speriamo che lo sia anche per l'Europa.
''Il 25 giugno e' in programma il 22/o incontro ministeriale a Lussemburgo - ha concluso - e parleremo soprattutto della Primavera araba e delle sue implicazioni'' nell'area. (ANSAmed).