Spadotto che a 48 ore dal suo rapimento era riuscito a rompere il silenzio inviando un sms alla fidanzata - "sto bene, non vi preoccupate", aveva scritto martedì - era stato localizzato dalle autorità yemenite nella provincia di Marib, regione petrolifera situata a Est della capitale e segnata dagli scontri - diversi gli attacchi agli oleodotti e gasdotti dell'area - tra tribù locali e forze governative. A rapirlo proprio un membro di una delle tribù dell'area, gli Al-Jalal: Ali Nasser Hariqdane, questo il nome dell'uomo che, ricercato per atti di banditismo, aveva rivendicato la cattura per ottenere dal governo l'immunità e un risarcimento. L'uomo del clan tribale dei Jalal, aveva annunciato all'agenzia yemenita Maareb Press di non avere pretese nei confronti dell'Italia, ma che il rapimento dell'addetto alla sicurezza dell'Ambasciata italiana a Sanaa fosse "solo un modo per fare pressione sul governo yemenita". Un'indicazione che aveva fatto sperare per una veloce soluzione della vicenda. Un appello alla liberazione di Spadotto era giunto anche dal Comitato olimpico yemenita che, da Londra, aveva sottolineato come il rapimento dell'italiano fosse "un atto che nessuno può approvare, contrario alle nostre tradizioni". (ANSAmed). PEN/ S0A QBXB
Yemen: Alessandro Spadotto e' stato liberato, sta bene
Carabiniere rapito domenica. Grande soddisfazione Terzi
Spadotto che a 48 ore dal suo rapimento era riuscito a rompere il silenzio inviando un sms alla fidanzata - "sto bene, non vi preoccupate", aveva scritto martedì - era stato localizzato dalle autorità yemenite nella provincia di Marib, regione petrolifera situata a Est della capitale e segnata dagli scontri - diversi gli attacchi agli oleodotti e gasdotti dell'area - tra tribù locali e forze governative. A rapirlo proprio un membro di una delle tribù dell'area, gli Al-Jalal: Ali Nasser Hariqdane, questo il nome dell'uomo che, ricercato per atti di banditismo, aveva rivendicato la cattura per ottenere dal governo l'immunità e un risarcimento. L'uomo del clan tribale dei Jalal, aveva annunciato all'agenzia yemenita Maareb Press di non avere pretese nei confronti dell'Italia, ma che il rapimento dell'addetto alla sicurezza dell'Ambasciata italiana a Sanaa fosse "solo un modo per fare pressione sul governo yemenita". Un'indicazione che aveva fatto sperare per una veloce soluzione della vicenda. Un appello alla liberazione di Spadotto era giunto anche dal Comitato olimpico yemenita che, da Londra, aveva sottolineato come il rapimento dell'italiano fosse "un atto che nessuno può approvare, contrario alle nostre tradizioni". (ANSAmed). PEN/ S0A QBXB