I ribelli sciiti hanno istituito posti di blocco sulle principali vie della capitale ed effettuano pattugliamenti.
Anche l'emissario dell'Onu, Jamal Benomar - che domenica aveva mediato l'accordo tra sciiti e sunniti (sostenuti dall'esercito governativo) nel nord della capitale facendo sperare in una reale pacificazione dello Yemen - la notte scorsa aveva parlato di esercito regolare "allo sbando", aggiungendo che "ciò che sta accadendo in questi giorni potrebbe causare il crollo dello Stato yemenita e la fine del processo di transizione politica".
"Si tratta - ha detto - di un complotto ordito da tempo, le cui ramificazioni travalicano i confini della nazione".
Secondo testimoni, i posti di blocco a Sanaa sono stati installati dai ribelli soprattutto sulla strada dell'aeroporto a nord, sulla via che attraversa la capitale da est a ovest e su altre due grandi arterie. Miliziani pesantemente armati stanno pattugliando le strade a bordo di veicoli 4X4 e piccole unità di ribelli presidiano i ministeri e le sedi di istituzioni statali.
Saccheggi sono segnalati in alcune caserme dell'esercito. Anche la residenza dell'attivista Tawakkol Karman, una delle tre donne premio Nobel per la Pace nel 2011, é stata devastata. Due grandi ospedali di Sanaa, Sobol al-Ayat e quello dell'Università delle scienze e della tecnologia, sono stati chiusi dai miliziani con il pretesto che erano gestiti da uomini del partito rivale sunnita di Al-Islah. La popolazione é terrorizzata ed é opinione comune che lo Yemen "stia precipitando verso il baratro".
(ANSAmed).