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Yemen: famiglia ostaggio Usa ai rapitori, mostrate pietà

Vita Somers appesa a un filo, fallito blitz Usa per liberarlo

05 dicembre, 09:57

(ANSAmed) - NEW YORK, 5 DIC - "Per favore, mostrate pietà": cosi' Paula, madre del giornalista americano Luke Somers, 33 anni, detenuto da al Qaida nello Yemen da oltre un anno, si è rivolta ai rapitori di suo figlio in un video appello pubblicato su YouTube, che che e' emersa la circostanza di un fallito blitz lanciato di recente dagli Usa per tentare di liberarlo. Nel filmato compare anche il fratello del giornalista, Jordan, che spiega che la sua famiglia "non era a conoscenza del tentativo di liberare Luke" condotto dalle forze speciali Usa. E Luke, afferma, "è solo un fotoreporter, non è responsabile per nessuna delle azioni intraprese dal governo Usa".

La vita di Luke Somers e' appesa ad un filo: e' nelle mani di al Qaida e non dell'Isis ma comunque rischia di essere ucciso da un giorno all'altro. Ad affermarlo e' lui stesso, in un video drammatico, carico di tensione e minacce, diffuso dal ramo yemenita-saudita del network del terrore: Obama, dice un comandante qaedista nel filmato, ha "tre giorni" di tempo per soddisfare le richieste del gruppo, "che egli conosce bene" e, soprattutto, deve evitare altre "azioni sconsiderate". Ossia deve evitare di autorizzare altri blitz per tentare di liberarlo. Ieri l'ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, ha ammesso che gli Usa hanno tentato "di recente una operazione di soccorso per liberare alcuni ostaggi - tra cui Luke Somers - detenuti da al Qaida nella Penisola Arabica".

"Alcuni ostaggi sono stati soccorsi, ma altri, tra cui Somers, non erano piu' li'", ha detto ancora Kirby, aggiungendo che i dettagli dell'operazione rimarranno "classificati". Alcuni giorni fa, tuttavia, il New York Times aveva gia' rivelato che otto ostaggi - sei yemeniti, un saudita e un etiope - tenuti in ostaggio da al Qaida in una grotta nello Yemen orientale erano stati liberati con un blitz condotto da Navy Seal e unita' dei reparti speciali dell'esercito yemenita. Uno degli obiettivi principali dell'operazione, aveva scritto il Nyt, era la liberazione di un giornalista americano, che invece non era piu' li', come non c'erano piu' anche cinque altri ostaggi, tra cui un britannico e un sudafricano, spostati dai rapitori due giorni prima del raid, secondo quanto hanno poi riferito gli ostaggi liberati. Di fatto, e' andata quasi come col blitz tentato a luglio in Siria dai Navy Seal e dalla Delta Force per liberare dalle mani dell'Isis i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, che poi sono stati invece decapitati dai jihadisti dello Stato Islamico. In quel caso, per le teste di cuoio e' stato un buco nell'acqua totale, poiche' di ostaggi non ne hanno trovato, e quindi liberato, neanche uno. E di sicuro, i carcerieri di Somers ora sono piu' desiderosi di vendetta che mai, anche perche', secondo le fonti yemenite del Nyt, nell'operazione almeno sette qaedisti sono rimasti uccisi dai colpi sparati dai Navy Seal.(ANSAmed).

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