Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La Lega Araba lancia una forza di intervento comune

Contro l'Isis e i "ribelli". Sisi la vuole dispiegata in Yemen

30 marzo, 09:50

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 30 MAR - La Lega araba ha deciso di dotarsi di una propria Forza di intervento rapido: l'obiettivo è di far fronte al dilagare dello Stato islamico e all'influenza dell'Iran. Preannunciata a gennaio, la decisione di creare una "Kowa" (Forza) panaraba è stata presa da un summit dell'organizzazione dei 22 paesi arabi svoltosi a Sharm El Sheikh, in Egitto, proprio mentre i raid aerei della coalizione a guida saudita in Yemen hanno indicato un potenziale scenario di intervento futuro. L'annuncio dell'accordo di principio per creare una "Forza militare araba comune" che fronteggi le "sfide" nella regione è stato dato dal presidente egiziano, l'ex-generale Abdel Fattah Al Sisi. Il testo delle conclusioni del vertice precisa che la forza si muoverà "su richiesta" del Paese minacciato per proteggere la sua "sovranità nazionale" e contrastare "formazioni terroristiche", sullo sfondo della crisi yemenita e dell'avanzata dell'Isis.

L'annuncio è storico perché, per ora almeno sulla carta, si realizza un vecchio obiettivo della Lega araba realizzato temporaneamente solo nel 1973 combattendo Israele ma mai reso strutturale a causa delle note divisioni interne dell'organizzazione che è condizionata dall'alleanza saudita-egiziana, da quella turco-qatariota e dalla "mezzaluna sciita" (l'influenza di quest'ultima è stata confermata da distinguo fatti valere da Iraq e Libano durante il summit). Per evitare veti paralizzanti, è stata adottata la formula dell'adesione volontaria e indiscrezioni parlano di una dotazione di 40 mila uomini con aerei, navi e mezzi blindati leggeri con quartier generale in Egitto o Arabia saudita.

Stabilire composizione e modalità di intervento richiederà quattro mesi e quindi qualcosa dovrebbe vedersi ben prima del prossimo vertice 2016 che come annunciato a Sharm si svolgerà in Marocco.

L'Egitto ha auspicato che la prima missione si svolga in Yemen ma un messaggio di Vladimir Putin, sostenitore dell'Iran, è suonato come un altolà. In ogni caso la richiesta del presidente russo di una soluzione negoziale per la Siria ha innescato una velata accusa di ipocrisia da parte del ministro degli Esteri saudita: "la Russia propone soluzioni pacifiche mentre continua ad armare il regime siriano", ha notato Saud Al Faisal. Il vertice comunque ha dichiarato sostegno all'operazione "Decisive storm" per reinstallare al potere il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi, cacciato dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi. Per il quarto giorno vi sono stati raid in almeno due punti del paese, soprattutto mirati a distruggere i missili balistici di cui si sono impossessati i ribelli minacciando la confinante Arabia saudita.

Gli Houthi hanno fatto scappare circa 1.800 detenuti da un carcere e si registrano scontri con le tribù nel sud.

L'insicurezza generale sta spingendo all'esodo, dopo i dipendenti Onu, anche quelli di paesi come Pakistan (600 già in fuga) e India (è in allestimento un ponte aereo per 4.000 persone).(ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati