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Yemen: al Qaida si espande a est, sciiti ripiegano

Ancora scontri a Aden, Huthi lasciano palazzo presidenziale

03 aprile, 20:40

Sostenitori dell'ex presidente yemenita Saleh sfilano contro l'offensiva saudita (archivio) Sostenitori dell'ex presidente yemenita Saleh sfilano contro l'offensiva saudita (archivio)

(di Lorenzo Trombetta)

(ANSAmed) - BEIRUT - Al Qaida in Yemen continua a espandersi verso est, approfittando del caos generato dagli scontri tra miliziani sciiti filo-iraniani Huthi e i loro rivali nel sud sostenuti dall'Arabia Saudita. In uno scenario sempre più drammatico, è proseguita anche oggi l'evacuazione di centinaia di stranieri, mentre sono giunti a Gibuti i due italiani che ieri avevano lasciato il paese su una nave inviata dalla Cina per il rimpatrio dei suoi cittadini.
Fonti della Farnesina hanno riferito che uno dei due connazionali messi in salvo è un minore. I due sono stati trasferiti alla base militare italiana di Gibuti in un'operazione resa possibile grazie alla collaborazione tra la Farnesina e l'ambasciata cinese a Roma, che ha facilitato l'imbarco dei due italiani sulla nave che stava evacuando i cittadini cinesi. I combattimenti sono proseguiti sporadici ad Aden, principale porto del sud ed epicentro degli scontri negli ultimi giorni. I miliziani sciiti Huthi si sono ritirati dal palazzo presidenziale di Aden secondo fonti locali, ma le notizie non possono essere verificate in maniera indipendente.
Da Riad, che guida la coalizione araba ostile agli Huthi, riferiscono di un "cambio di equilibrio sul terreno" a favore dei lealisti fedeli al deposto presidente Abed Rabbo Mansur Hadi, dopo che i suoi seguaci hanno ricevuto carichi di armi lanciati dall'aviazione della coalizione. Lo scorso settembre gli Huthi avevano preso il potere a Sanaa, la capitale, costringendo Hadi a rifugiarsi ad Aden, roccaforte del separatismo sudista e tradizionalmente ostile al potere di Sanaa. Col passare delle settimane, i miliziani sciiti sostenuti dall'Iran erano riusciti ad avanzare verso sud fino a costringere Hadi alla fuga in Arabia Saudita.
L'intervento militare dei Paesi del Golfo e dell'Egitto è stato però deciso solo quando gli Huthi si sono impadroniti di località chiave che si affacciano sul Mar Rosso, a ridosso dello stretto di Bab al Mandab da dove di fatto si controlla il passaggio di navi in uno dei luoghi più strategicamente importanti del pianeta. Nell'est del Paese, nella regione dell'Hadramawt che confina per centinaia di chilometri con l'Arabia Saudita, si sta intanto allargando a macchia d'olio l'influenza diretta di miliziani qaedisti, rivali sia di Riad che degli Huthi. Da anni gli Stati Uniti conducono una guerra a distanza contro l'ala qaedista yemenita, considerata da Washington una delle minacce più temute agli interessi americani.
Nelle ultime 24 ore i qaedisti hanno rafforzato la loro presenza nel porto di Mukalla, a est di Aden. Ieri avevano liberato centinaia di detenuti nel carcere locale, mentre oggi, secondo fonti locali, hanno preso il porto e una importante base militare, costringendo alla fuga i militari che erano rimasti a guardia della struttura.
Sono intanto proseguiti anche oggi i raid aerei della coalizione guidata da Riad contro postazioni degli Huthi a Sanaa e in altre regioni del Paese. Secondo il governo Huthi di Sanaa sono 32 i civili uccisi oggi, ma i bilanci non possono essere verificati in maniera indipendente.
Per l'Onu, nelle ultime due settimane sono 519 le persone uccise in Yemen, 90 dei quali bambini. Decine di centinaia sono gli sfollati. Fonti mediche locali, citate dall'Associated Press, affermano che dal 28 marzo ad Aden sono morti 150 civili.
(ANSAmed).

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