Sul terreno intanto cinque guardie di frontiera saudite sono stati uccise domenica lungo la frontiera con lo Yemen, mentre nella regione di Maarib 25 miliziani sono morti in scontri a fuoco sabato, e un raid condotto da un drone Usa ha ucciso quattro persone nell'est del Paese.
I negoziati mediati dall'Oman e dalle Nazioni Unite sono di nuovo a un punto morto, dopo che il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi, in esilio in Arabia Saudita, ha annunciato che non parteciperà alle trattative fino a quando i ribelli filo-iraniani Houthi non rispetteranno la risoluzione Onu che chiede il ritiro degli insorti dalle zone occupate nei mesi scorsi.
Da marzo, l'Arabia Saudita ha formato una coalizione sostenuta dagli Usa e composta da Egitto e dagli altri Paesi del Golfo per contrastare l'avanzata degli Houthi. Secondo l'Onu, i raid aerei condotti dalla Coalizione inter-araba hanno ucciso circa 4.500 persone, di cui 2.100 civili.
Dal canto loro, gli insorti Houthi, che si dicono vicini politicamente all'Iran, un anno fa avevano accerchiato e poi conquistato la capitale Sanaa, costringendo alla fuga il presidente Hadi verso il porto meridionale di Aden. Dopo l'assedio di Aden da parte degli insorti, a febbraio Hadi si è rifugiato a Riad.
Il raìs ha però annunciato domenica che sta preparando un ritorno nel porto, tradizionale roccaforte dei secessionisti sudisti ostili al governo unitario di Sanaa. Da luglio, truppe speciali saudite e degli Emirati Arabi Uniti (Eau) sono sbarcate ad Aden per tentare di respingere gli Houthi verso nord e far sì che la città possa ospitare il governo di Hadi. Il presidente ha annunciato che intende tornare dopo la festa del Sacrificio alla fine del mese.
Ma i qaedisti, da anni presenti nelle regioni centro-orientali, hanno colmato molti vuoti creati dalla guerra civile. E tra giugno e agosto scorsi hanno conquistato il porto di Mukalla e una zona periferica di Aden. A complicare il ritorno in patria di Aden c'è anche l'ostilità di milizie sudiste, per ora alleate dei sauditi ma non favorevoli a veder ripristinato il governo centralista di Sanaa.
Oltre ai cinque soldati uccisi ieri alla frontiera, un pilota di un elicottero militare saudita è morto in seguito alla caduta del velivolo nella regione di Taif. A morire nelle ultime settimane non sono solo civili yemeniti, miliziani insorti e loro rivali lealisti ma anche soldati del Qatar e degli Emirati.
Dopo un primo contingente sbarcato tra giugno e luglio ad Aden, altre forze speciali di Abu Dhabi sono state impegnate nella regione di Maarib dove si sono registrati sabato intensi scontri a fuoco. In tutto, secondo i bollettini ufficiali di Abu Dhabi, sono 52 i soldati degli Emirati uccisi dall'inizio dell'estate: il bilancio più grave da quando la confederazione araba è nata nel 1971. (ANSAmed).