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Furti ed estorsioni, un arresto dei Cc a Melito Porto Salvo

Furti ed estorsioni, un arresto dei Cc a Melito Porto Salvo

Venivano rubati mezzi e poi si chiedeva denaro per restituirli

MELITO PORTO SALVO, 20 settembre 2020, 10:44

Redazione ANSA

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I carabinieri della Compagnia di Melito di Porto Salvo hanno arrestato Massimo Bevilacqua, di 42 anni, con l'accusa di furto aggravato e tentata estorsione, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica.
    L'indagine, coordinata dal Procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto procuratore Alessandro Moffa e condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, era iniziata nello scorso mese di febbraio "a seguito - riferiscono i carabinieri - dell'allarmante recrudescenza dei furti di veicoli a Melito Porto Salvo".
    Nelle notti tra il 2 ed il 6 febbraio alcune persone, approfittando del buio e della minore frequentazione delle vie cittadine, hanno prima rubato un furgone telonato e, pochi giorni dopo, hanno asportato un'ambulanza privata, utilizzandola per commettere un ulteriore furto ai danni di una concessionaria, da dove hanno prelevato un motociclo ed un personal computer.
    "Le immagini del sistema di videosorveglianza - é detto in una nota stampa dei carabinieri - sono state determinanti per ricostruire i movimenti dei responsabili ed individuare il mezzo da loro utilizzato per gli spostamenti. Eloquente la metodologia impiegata nella scelta delle vittime. Infatti, una circostanza è balzata all'attenzione dei carabinieri: sulla carrozzeria dei mezzi erano indicati i recapiti telefonici e, quindi, le vittime avrebbero potuto essere agevolmente contattate. La conferma che il progetto delittuoso andasse oltre l'appropriazione dei veicoli è stata di lì a poco confermata. Gli indagati hanno poi cercato, nei giorni successivi, di chiamare le ignare vittime, chiedendo loro di recarsi nel quartiere Arghillà per pagare il 'riscatto' e riottenere il mezzo rubato, secondo la tecnica comunemente conosciuta come 'cavallo di ritorno'".
    I militari inoltre hanno denunciato in stato di libertà altre due persone alle quali viene contestato il furto dei mezzi.
   
   

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