Nonostante si spacchino la testa
appena possibile, gli hooligan raccontati nell'opera prima di
Francesco Lettieri in 'Ultras' hanno le loro regole, le loro
liturgie, la loro messa. E forse così, non a caso, questo film
pieno di ritmo e malinconia inizia e si chiude in una chiesa:
nel primo caso per un matrimonio e, nel secondo, per un
funerale.
Il film, in sala dal 9 all'11 marzo distribuito da Indigo e
su Netflix dal 20 marzo, ci porta a Napoli. Qui troviamo Sandro
(Aniello Arena) che a quasi cinquant'anni è ancora il capo degli
Apache, il gruppo di ultras del Napoli con cui ha passato tutta
la vita allo stadio. Un uomo muscolare, di poche parole e con
alle spalle una vita di violenza, Sandro ha vera stoffa di
leader anche se ora un daspo (il divieto di partecipare alle
manifestazioni sportive) gli impedisce di avvicinarsi alla
curva. E mentre altri gruppi di ultras più giovani cercano di
spodestarlo, Sandro ha forse per la prima volta voglia di una
vita normale specie dopo aver conosciuto Terry (Antonia Truppo),
una donna bellissima e che gli tiene testa. A far crescere
Sandro c'è anche Angelo (Ciro Nacca), sedici anni, un ragazzo
che lo considera la sua guida, quasi un padre e comunque la
persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto anni
prima negli scontri durante una trasferta.
Tra striscioni da realizzare, trasferte-guerra da pianificare
e lotte generazionali da portare avanti, nel film si raccontano
non solo le storie di Sandro, Angelo e Terry, ma anche quelle di
ultras tutti di un pezzo come Pechegno (Simone Borrelli),
Gabbiano (Daniele Vicorito) e Barabba (Salvatore Pelliccia).
Ultras, prodotto da Indigo film e film originale Netflix in
associazione con Mediaset, ha il soggetto e la sceneggiatura di
Peppe Fiore e Francesco Lettieri e le musiche di Liberato.
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