"Le istituzioni politiche italiane non riescono geneticamente a prendere una posizione netta e chiara su un settore strategico e delicato come la ricerca scientifica nazionale. Nel Decreto MilleProroghe, l'emendamento che chiedeva un prolungamento della deroga al divieto di utilizzo della sperimentazione animale sulla ricerca di sostanze d'abuso e xenotrapianti da un anno a cinque anni è stato modificato, portando la deroga a tre anni. Una media semplice tra le esigenze degli animalisti che non volevano deroghe, e la comunità scientifica che da anni sta cercando di far capire che questi capricci stanno di fatto bloccando milioni di finanziamenti alla ricerca italiana". Lo scrive in un comunicato il presidente della associazione a favore dei test sugli animali "Pro-test Italia", Dario Padovan.
"I bandi internazionali hanno requisiti precisi, oltre che un respiro pluriennale - prosegue Padovan -: difficilmente un Istituto italiano potrà essere selezionato per svolgere un progetto più lungo di tre anni, con il rischio che il lavoro venga sospeso per un ipotetico divieto di legge. Avevamo chiesto l'abolizione di questo assurdo divieto che viola la Direttiva Europea in materia e che ha innescato il processo di infrazione, o avevamo proposto un prolungamento di 5 anni, periodo sufficientemente lungo da permettere agli Istituti Italiani di poter competere sui bandi europei, ma nulla".
"Non solo l'Italia è uno dei Paesi europei che spende di meno in finanziamenti alla ricerca, ma a quanto pare si impegna anche a impedire che la ricerca si possa finanziare da sé - conclude Padovan -. Pro-Test Italia continuerà a insistere su questo punto, fino alla completa abolizione di questi assurdi e demagogici divieti".