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Agricoltura: Greenpeace,dopo crisi Covid profonda riforma Ue

'Strategie agroalimentare e biodiversità occasione tutela'

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - La strategia Ue 'Farm to Fork', dedicata al sistema agroalimentare, e 'Biodiversità 2030', considerati elementi portanti del Green Deal europeo "diventino l'occasione per allineare le politiche agricole comunitarie agli obiettivi di tutela della salute e dell'ambiente". Lo chiede Greenpeace sottolineando la necessità che l'Unione Europea "ricostruisca da zero la Pac e vari una ambiziosa strategia farm to fork". "Basta - afferma Greenpeace - produzione ad ogni costo. La crisi legata alla Covid-19 ha messo ulteriormente in luce la necessità di un profondo cambiamento del sistema agroalimentare, per fronteggiare l'emergenza climatica in corso e scongiurare nuove epidemie. Per questo Greenpeace chiede anche una profonda revisione dell'attuale Politica Agricola Comune - spiega l'associazione ambientalista - che finora ha favorito un modello di agricoltura e allevamento intensivi, destinando un terzo dei sussidi complessivi all'1% delle aziende agricole europee, in relazione alle grandi estensioni di terre che esse controllano, mentre 4,2 milioni di aziende agricole, per lo più di piccole dimensioni, sono scomparse". In particolare, rileva Greenpeace, il sistema agroalimentare europeo si caratterizza per una forte produzione di alimenti di origine animale "al punto che circa il 70% dei terreni agricoli dell'Ue viene utilizzato per l'alimentazione del bestiame, e assorbe circa un quinto del bilancio totale dell'Ue". "È ora di cambiare rotta.

Bisogna smettere di finanziare ciecamente un sistema non più sostenibile, aiutando gli agricoltori a produrre alimenti sani e rispettosi dell'ambiente", dice Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia. "Per farlo è necessario infrangere il tabù dell'aumento di produzione ad ogni costo, soprattutto di prodotti che hanno un maggiore impatto ambientale come quelli di origine animale". Gli scienziati, riferisce ancora Greenpeace "stimano che il 31% delle epidemie di malattie emergenti siano legate al cambiamento di uso del suolo e all'invasione umana nelle foreste pluviali tropicali.

Allevamento e agricoltura industriali ne sono tra le principali cause".(ANSA).

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