Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Produzione litio, nel 2030 possibile crescita CO2 di 6 volte

Paradosso ambientale, conviene l'estrazione assieme al petrolio

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 8 OTT - La maggiore diffusione delle auto elettriche, e con esse la crescita della produzione di batterie agli ioni di litio, potrebbe comportare a medio termine un peggioramento delle emissioni di CO2, ottenendo dunque un risultato opposto agli obiettivi per cui si sta attuando la transizione energetica. Una ricerca diffusa da Roskill - il colosso dell'analisi e della valutazione del mercato dei minerali - evidenzia infatti che l'aumento della domanda di litio potrebbe far triplicare - con le varie fasi di estrazione, produzione, trasporto e fabbricazione - entro il 2025 le emissioni di CO2 e addirittura farle crescere di un fattore sei entro il 2030. Come si legge nell'ultimo Sustainability Monitor di Roskill, e nel successivo White Paper, all'origine di questa problematica ci sono aspetti legati alla estrazione e al trattamento del minerale. Esiste infatti un netto contrasto nell'intensità delle emissioni (equivalenti) di CO2 tra le operazioni di estrazione da acque salmastre ad alta concentrazione (salamoia o 'brine') e quelle minerarie con rocce di pirosseno di litio e alluminio. In media, il litio proveniente da fonti rocciose comportano una media di 9 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di carbonato di litio raffinato (LCE) prodotto, quasi il triplo per tonnellata di LCE ottenuto dal 'brine'. Questo dato, si legge nel rapporto di Roskill, non sorprende vista la natura più energivora dell'estrazione mineraria insieme a quanto viene prodotto per la spedizione (ad alta intensità di emissioni di CO2) dal sito minerario in Cina agli impianti per la raffinazione. La preoccupante prospettiva di arrivare a 13,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse per la sola produzione dell'elemento base delle batterie potrebbe essere allontanata con il progressivo abbandono della estrazione del minerale, a favore dello sfruttamento dei depositi di 'brine'. Come descritto dallo United States Geological Survey (USGS), i depositi sotterranei di acque salmastre contenenti litio sono abbondanti in natura - principalmente in Cile, Argentina e in Nevada, negli Stati Uniti - e il processo di estrazione è relativamente semplice. La 'salamoia' viene pompata in superficie per essere evaporata in una successione di stagni, per raggiungere una purezza adatta alla elaborazione in un impianto chimico da cui proviene il prodotto finale, il carbonato di litio. Il litio può anche essere estratto dalle argille di litio (hectorite) e dalle salamoie di petrolio (petrolitio). In partciolare quest'ultimo è un nuovo approccio che sfrutta la concentrazione di litio e altri elementi dalle acque reflue (salamoia) che accompagnano la produzione di petrolio e gas. Secondo la canadese MGX Minerals Inc, questa nuova tecnologia potrebbe migliorare e alterare drasticamente il panorama energetico nei prossimi decenni. (ANSA)
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA