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Galletti,vogliamo tornare da Cop21 con accordo

Fare in modo che tutti si impegnino su politiche per target 2 gradi

Redazione ANSA

''Noi vogliamo tornare da Parigi con un accordo che colga l'obiettivo. Vogliamo che questo accordo sia vincolante e che sia monitorato periodicamente. A Parigi vogliamo salvare il pianeta, non è cosa da poco''. Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo al VIII Forum QualEnergia? dedicato al clima e all'economia circolare in vista della Conferenza mondiale Onu sui cambiamenti climatici che si aprirà il 30 novembre nella capitale francese. ''Dobbiamo fare in modo che - aggiunge Galletti - tutti i Paesi presentino politiche nazionali che permettano di raggiungere l'obiettivo di contenimento del surriscaldamento del Pianeta entro i due gradi''. Quanto al monitoraggio dell'accordo, che rientra nella ''governance del processo'', è uno degli aspetti cui il ministro tiene di più perché in questo modo ''tutti possono dimostrare agli altri di aver fatto le azioni che si sono impegnati a fare''. ''La prima cosa che chiederemo a Parigi è di essere ancora più ambiziosi - osserva Galletti - non a caso nell'obiettivo europeo c'è la riduzione di almeno il 40% delle emissioni. L'Italia è pronta a fare di più e lo chiederemo con forza a Parigi''. Il ministro fa presente ''l'importanza della governance del processo'' perché ''sarebbe un grave errore giudicare la Cop21 solo sulla base del documento. Per governance intendo che ci siano tre punti e che cioè sia trasparente, duraturo e vincolante. Dobbiamo uscire da Parigi per rivederci con una certa periodicità per vedere a che punto siamo e cosa ha fatto ognuno dei Paesi''. Tra le cose su cui l'Italia si propone di lavorare per il documento di Parigi, Galletti dice che ci sarà la richiesta di un ''accordo più ambizioso dei 2,7 gradi di aumento medio della temperatura globale'', che è quello cui si giungerebbe adesso stando agli impegni presentati, il ''riferimento a 1,5 gradi'' anziché i due che comprometterebbe le piccole isole del Pacifico per esempio, e la ''governance''.

''Dopo Parigi cambia l'economia e su questo dobbiamo ridisegnare un nuovo progetto industriale per il Paese. Mi riferisco a questo quando parlo del Green act. Un percorso che però di cui il ministero dell'Ambiente non può essere la cabina di regia; che invece può essere affidata alla presidenza del consiglio, e sono io stesso a proporlo oppure ad una strutture ad hoc che tenga insieme i diversi ministeri'' ha detto il ministro. ''Le politiche energetiche sono gestite dal ministero dello Sviluppo economico o da quello dell'Ambiente - osserva Galletti - ma io credo che debbano essere guidate da quello dell'Ambiente. In Francia è già così''. Dopo Parigi, secondo il ministro ci deve essere ''una revisione delle deleghe energetiche. Attualmente ci sono delle difficoltà perché gli obiettivi del ministero dello Sviluppo sono diversi ma le politiche del ministero dell'Ambiente non sono più contro l'industria''.

Le imprese italiane si schierano per ''un efficace accordo sul clima a Parigi'', e lo fanno chiedendo una riforma eco-fiscale, più efficienza e rinnovabili, e obiettivi vincolanti. Questo il cuore dell'appello consegnato al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti in vista della Cop21, il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma nella capitale francese dal 30 novembre. Sono circa 200 le aziende - tra cui ERG Renew, Poste Italiane, Terna, Gse (Gestore dei servizi energetici), Barilla, Carlsberg, BioChemtex, Ferrovie dello Stato, Novamont, Philips Italia, Unilever Italia e L'Oréal Italia - che hanno sottoscritto il documento lanciato dal Consiglio nazionale della green economy, formato da 64 organizzazioni di imprese green.

''L'impegno di così tante e prestigiose aziende italiane - osserva Galletti - rafforza ancora di più la posizione italiana ed europea per il negoziato alla Cop21 di Parigi. L'accordo virtuoso e ambizioso raggiunto in Ue a ottobre dell'anno scorso ci affida il ruolo di catalizzatori di un accordo globale, che non può prescindere dall'impegno delle realtà produttive verso un nuovo modello di sviluppo''. Questo documento, aggiunge il ministro, ''che porto con orgoglio a Parigi'', spiega come ''le nostre imprese'' siano ''già pronte a vivere da protagoniste la sfida dell'economia circolare''. ''Le politiche climatiche - afferma Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - rappresentano oggi non solo una necessità ma anche un'occasione per rilanciare innovazione e nuovi investimenti, occupazione e sviluppo''. Tra le proposte contenute nel documento: rafforzare le misure nazionali di mitigazione; adozione di target vincolanti; promozione di una riforma fiscale pensando a una carbon tax, eliminazione dei sussidi alle fonti fossili; efficienza energetica e rinnovabili.

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