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Ue lancia rivoluzione 'energia pulita' da 177mld anno

Limiti anche per biofluel e accesso a reti elettriche per rinnovabili. Critici gli ambientalisti

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Una rivoluzione a base di energia 'pulita' in grado di generare investimenti per 177mld l'anno, creare oltre 900mila posti di lavoro e dare una spinta alla crescita del Pil Ue dell'1%. Questi i 'grandi numeri' del maxi 'Pacchetto d'inverno' varato dalla Commissione Ue la quale, in oltre mille pagine di proposte normative, ridefinisce il mercato elettrico, le bollette, le rinnovabili, il ruolo dei consumatori e alza al 30% l'obiettivo dell'efficienza energetica.


Nuovo sistema semplificato controllo target energia-clima
Unificare le informazioni sul monitoraggio e la pianificazione delle azioni nazionali per il clima e l'energia attraverso un solo modello di comunicazione tra Bruxelles e le capitali europee, con una "semplificazione notevole degli obblighi per gli stati membri". Così il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic ha presentato la novità principale del regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia, che prevede un monitoraggio dei risultati a livello nazionale su energia e clima sincronizzato con le tappe dell'accordo sul clima di Parigi. Secondo la proposta della Commissione, le bozze dei piani 2021-2030 vanno presentate nel 2018 per essere adottate nel 2019, le relazioni nazionali sull'applicazione dei piani cominceranno nel 2021 e avranno cadenza biennale. Una prima revisione è prevista tra il 2023 e il 2024.


Rinnovabili, priorità accesso rete solo a microimpianti
Fine della "priorità di dispacciamento", il meccanismo che assicura l'accesso privilegiato alle reti elettriche per le fonti rinnovabili, fatta eccezione per i microimpianti domestici (fino a 500 kW, 250 kW dal 2026) e per impianti dimostrativi di tecnologie innovative. Non perdono la priorità nemmeno gli impianti esistenti (ma non in caso di rifacimento), e dove, sotto determinate condizioni, gli stati membri possono dimostrare che la rimozione della priorità di dispacciamento metterebbe a rischio il raggiungimento del target di rinnovabili. E' la proposta della Commissione Ue contenuta nel maxipacchetto 'energia pulita' presentato oggi. Secondo l'esecutivo comunitario, le energie da fonti rinnovabili, soprattutto se prodotte da grandi installazioni, sono ormai abbastanza competitive da poter rinunciare all'accesso prioritario.


Meno biofuel da colture alimentari
Limitare l'uso dei vecchi biocarburanti di prima generazione provenienti da colture alimentari e incentivare quelli di seconda generazione, più sostenibili, prodotti da scarti e residui agricoli. E' quanto prevede la proposta di direttiva sulle energie rinnovabili contenuta nel maxipacchetto 'energia pulita' Ue. Per i primi fissa un limite per i trasporti al 3,8% al 2030 invece dell'attuale 7%, mentre i biofuel avanzati vedranno crescere progressivamente la loro presenza nelle miscele di carburante fino a raggiungere il 6,8% nel 2030. L'obiettivo è "eliminare gradualmente l'impiego di biofuel di prima generazione - spiega il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic - per aumentare l'uso di quelli di seconda generazione". Per le biomasse impiegate per la generazione di elettricità e calore si introducono di criteri di sostenibilità, ovvero gestione sostenibile delle foreste e rispetto della biodiversità. Non è consentito il sostegno pubblico a impianti di elettricità da biomasse salvo a tecnologia di cogenerazione ad alta efficienza.


Greenpeace, Ue rischia di far fallire sforzi per rinnovabili

"Rischiano di fallire" gli sforzi per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, "prolungando la nostra dipendenza dal carbone". Lo denuncia Greenpeace, che in una nota punta il dito contro il pacchetto di misure pubblicato dalla Commissione Europea per una 'rivoluzione' a base di energia 'pulita'. "Per raggiungere gli obiettivi siglati a Parigi - spiega Tara Connolly, consulente politica di Greenpeace Ue - l'Ue deve accelerare la crescita delle rinnovabili e permettere a tutti i cittadini di giocare un ruolo importante per un futuro pulito e rinnovabile. Ma questo pacchetto di misure non fa altro che tirare il freno. Distribuisce soldi alle centrali a carbone e dà alle compagnie energetiche più potere di controllo sul sistema energetico, limitando il ruolo dei consumatori come produttori di energia rinnovabile". Le misure proposte dalla Commissione, ricorda l'associazione, "includono sussidi conosciuti come capacity payments, di cui beneficeranno carbone, gas e e nucleare, con il pretesto di tenere le centrali pronte per essere accese. Al 2020 circa il 95 per cento delle centrali a carbone avrebbe i requisiti per ricevere questo sussidio, secondo la proposta della Commissione, che include un tetto massimo per la CO2 solo per le centrali a carbone di nuova costruzione". Greenpeace critica anche la proposta della Commissione "di far decadere una norma esistente che prevede che venga immessa in rete l'energia da fonti rinnovabili prima di quella da inquinanti centrali a carbone o nucleari".

Legambiente, in pacchetto energia Ue proposte inadeguate
"Le proposte della Commissione Ue non consentono all'Europa di accelerare la transizione verso un sistema energetico libero da fossili entro il 2050 e sono in piena contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e ribaditi solo pochi giorni fa a Marrakech". Lo afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, commentando il maxi-pacchetto d'inverno varato oggi dalla Commissione Europea che include otto proposte legislative con le quali si intende riformare la politica energetica europea. "Per poter contenere l'aumento della temperatura globale entro 1.5 gradi, secondo quanto previsto dall'Accordo di Parigi - sottolinea - serve un cambio di rotta per stare al passo con il resto del mondo accompagnato da obiettivi climatici ed energetici europei più ambiziosi". Il pacchetto varato oggi non convince Legambiente. "L'aumento dal 27 al 30 percento dell'obiettivo proposto dalla Commissione per l'efficienza energetica - precisa l'associazione - è un primo insufficiente passo nella giusta direzione. Per le rinnovabili, invece, la Commissione fissa il target comunitario ad appena il 27%. Obiettivo fortemente inadeguato, se si tiene conto che il suo trend attuale è del 24%. Ma soprattutto secondo Legambiente viene eliminata la priorità di dispacciamento delle rinnovabili (ad eccezione dei piccoli impianti), architrave dell'attuale politica europea che consente la priorità di accesso alla rete rispetto all'elettricità prodotta da fonte fossili, consentendone di fatto un loro rilancio". "L'Europa - aggiunge Zanchini - rischia così di perdere il treno verso il futuro, rinunciando a tutti quei benefici che l'abbandono delle fonti fossili può portare alla nostra economia, all'occupazione e alla salute dei cittadini".

Wwf, pacchetto energia Ue è ancora 'troppo sporco'
Il pacchetto energia pulita della Commissione Europea "è ancora troppo sporco". Così il Wwf commenta, in una nota, le misure prese dall'Ue. "Sebbene il pacchetto contenga un'ampia serie di riforme al sistema energetico dell'Ue - rileva l'associazione - dimostra ancora la mancanza di una forte e decisa leadership dell'Unione sulle energie rinnovabili, capace di affrontare le sfide dell'Accordo sul clima di Parigi. Quello che manca è un'accelerazione al processo di transizione verso le energie pulite". Il Wwf critica anche il fatto che "si lasciano le porte aperte ai sussidi per i prossimi dieci anni, si mina il sostegno alle energie rinnovabili, si perdono alcune grandi opportunità in materia di efficienza energetica. La Commissione sembra anche pensare che un buon modo di affrontare i cambiamenti climatici è quello di bruciare più alberi". Il Wwf denuncia anche "il rischio che alcune proposte della Commissione facciano compiere passi indietro, ad esempio, aprendo la porta alle sovvenzioni per il carbone minando così il sostegno alle energie rinnovabili e perdendo l'occasione offerta dall'efficienza energetica". Altro elemento che preoccupa è "che la Commissione ritenga che bruciare più alberi sia un modo di affrontare i cambiamenti climatici". Per il Wwf "ora spetta al Parlamento europeo e al Consiglio aggiungere elementi più robusti senza i quali l'Europa rischia di mettere a repentaglio i progressi già fatti, perdendo così gli enormi vantaggi che la transizione energetica porterebbe alle economie, alle opportunità di lavoro e alla nostra salute". "Gli investimenti europei nelle rinnovabili - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia - sono diminuiti fortemente e oggi sono inferiori a quelli di Cina e Stati Uniti. Le proposte contenute in questo pacchetto non sono in grado di dare un segnale forte a chi sta investendo e innovando nell'economia verde europea e rischiano di lasciare che altri raccolgano i frutti delle politiche avviate in passato dalla Ue".

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